tag:blogger.com,1999:blog-61790156794299035162024-03-05T07:05:29.364+01:00Passato e futuroDove si parla di beni culturali, creatività e tecnologieGiulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.comBlogger83125tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-89663690094855479092017-08-31T07:47:00.000+02:002017-09-01T07:00:18.670+02:00Scusate il ritardo<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;">Torno su queste
pagine come si entra nella stanza di una casa lasciata per anni in abbandono.
Sotto lenzuoli bianchi ci sono oggetti che un tempo erano vivi, ma oggi sono
solo ricordi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;">Torno qui solo
per un motivo, estremamente personale: sono passati 20 anni dalla scomparsa di
mio padre. 10 anni fa scrissi alcune pagine di ricordo: erano allora tempi di
mailing list e le mandai a quelli che conoscevo e a quelli che lo avevano
conosciuto, di cui ancora avevo una traccia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;">Oggi, che di anni
ne sono passati altri 10, affido all’oceano di Internet le stesse cose scritte
allora. Chissà, magari raggiungeranno qualcuno che vorrà leggerle, o finiranno
anche queste sotto un lenzuolo bianco, in attesa di tempi migliori.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;">È un’occasione
anche per far ritornare a vivere almeno per un giorno le pagine di questo blog.
Rappresentano anche queste un’epoca della mia vita che inizia ad essere
lontana, quella dell’archeologia militante. E anche questa affidarla, nella sua
frammentarietà, allo stesso oceano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;">Sono piccole
storie che scavano in un mondo lontano, fatto di memorie confuse, vecchi computer
e un po’ di fantasia, e mi piace pensare che in fondo, a modo loro, anche queste
piccole storie parlano di archeologia, tecnologie e creatività. </span>In bilico fra
passato & futuro.</div>
<br />
Buona lettura,<br />
<br />
<a href="https://drive.google.com/file/d/0B0dr2_g9wkLDMU90Y1RPNnU4Z28/view?usp=sharing" target="_blank">leggi qui</a></div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-84696557901268009272015-05-29T09:33:00.000+02:002015-05-29T09:33:31.762+02:00La solitudine dei numeri primi<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxVRLOfWM3ewQgQO0oZy-P4hQ_pww4zQmJhyphenhyphensCu4pUSHyawPk_8YtPStEdatOktwcjMLShif5lz1vVAJTuY3diTAHkEaBVgjZCgV_kKuMbmHLAqQmjC7YyX5abGdHndwLIYsfwqSBKTj0/s1600/mcm.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxVRLOfWM3ewQgQO0oZy-P4hQ_pww4zQmJhyphenhyphensCu4pUSHyawPk_8YtPStEdatOktwcjMLShif5lz1vVAJTuY3diTAHkEaBVgjZCgV_kKuMbmHLAqQmjC7YyX5abGdHndwLIYsfwqSBKTj0/s1600/mcm.jpg" width="320" /></a></div>
Dopo un bel pezzo, torna unafamigliaalmuseo!</div>
<div style="text-align: justify;">
Qualche tempo fa la famiglia, in una delle sue escursioni romane, ha deciso di ignorare apertamente l'antichità, l'archeologia e i relativi siti e musei, e concentrarsi sulle scienze, quelle dure (perché si usi questo aggettivo io penso di averlo capito negli anni del liceo, quando sbattevo la testa contro i duri scogli della matematica, per poi tuffarmi in apnea nelle più rassicuranti acque del latino e della storia antica).<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
In anni più recenti ho capito il fascino profondo della matematica, dei legami con qualunque attività e conoscenza umana, e ho rimpianto gli anni della scuola in cui la matematica era per me sinonimo di mal di pancia e terrore nero. Sarà ironia del destino, ma se oggi sono per molti versi un 'digitale' è anche perché i numeri finalmente hanno trovato un senso per me.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Torniamo al racconto: abbiamo faticosamente salito gli scalini del Palazzo delle Esposizioni (Sì, il passeggino l'abbiamo abbandonato per sempre, il tempo passa! Un piccolo passo per il bimbo, un grande passo per il resto della famiglia) per farci inondare di <a href="http://www.palazzoesposizioni.it/categorie/mostra-numeri" target="_blank">NUMERI</a>! Ovvero di 'tutto quello che conta da 0 a infinito' a voler credere allo slogan della mostra.</div>
<div style="text-align: justify;">
Che cosa è successo durante questa visita ve lo racconto subito, ma vi anticipo sin d'ora, in estrema sintesi, il giudizio unanime della famiglia di esperti visitatori di musei:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>No, vi prego, gli scienziati che fanno gli stessi errori degli archeologi no!</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Premetto anche che abbiamo deliberatamente evitato i laboratori per i bambini e quindi non posso giudicare le attività previste. Non è una scelta snob, ma preferiamo sempre e comunque l'esperienza di portarceli con noi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Entriamo allora! Ci accoglie una grande sala, bellissima, dedicata a prendere confidenza con i numeri, con le quantità, e con i concetti di stima e approssimazione. Eccoci intenti a scommettere allora sul numero di mollette contenute in un enorme contenitore di plexiglass, o di palloncini affastellati in un contenitore ancora più enorme. 100? 1000? No, sono 10000!! Bellissimo. File di bambini che si cimentano a dire la loro, interagendo con una decina di tablet che prontamente forniscono la risposta: "no, sono di più" o "sono di meno, ritenta!".</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo aver passato un'ora abbondante a calcolare con precisione il numero di tutti gli oggettini presenti nei tuboni (i bambini su questo sono davvero micidiali, impossibile smuoverli, meglio farsi forza e aspettare ...) e ricordandoci dei gloriosi fasti dei <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Pronto,_Raffaella%3F" target="_blank">fagioli di Raffaella</a> (se avete capito a cosa mi riferisco senza seguire il link vi ho scoperto, avete più di 40 anni oppure siete amanti del trash), tutti galvanizzati scostiamo una pesante tenda nera per passare nella seconda sala ...</div>
<div style="text-align: justify;">
... ed entrare in un incomprensibile dedalo di sale che sembra avere come unico scopo quello di mortificare il visitatore medio mostrandogli crudelmente la sua abissale ignoranza su tutto ciò che riguarda i numeri.</div>
<div style="text-align: justify;">
Vieni accolto da un'installazione luminosa che pende dall'alto della sala. Le didascalie ti dicono trattarsi di un triangolo di Tartaglia; un oggetto che praticamente nessuno conosce, e che, cosa ben più grave, nessuno, dopo aver visto questa mostra, sa cosa sia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Vabbé, mi dico, andiamo avanti. Ostentiamo interesse, dai, non è niente, poi vediamo su <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Triangolo_di_Tartaglia" target="_blank">wikipedia</a>. </div>
<div style="text-align: justify;">
Dribblo la prima raffica di domande dei figli dirigendomi rapido verso una vetrina di reperti archeologici (Bene, qui gioco in casa) e qualche iscrizione: "bambini venite a vedere come contavano gli antichi e come contano i vari popoli della Terra!".</div>
<div style="text-align: justify;">
A distruggermi le aspettative ci pensa un simpatico Masai sorridente che in un video di una trentina di secondi ti fa vedere come conta fino a 20 con le mani. Peccato che non vi sia nessuna sovraimpressione, commento, didascalia a spiegarti che numero è, e quindi il tutto è comprensibile come l'alfabeto per non udenti ...</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho capito solo che contano fino a venti. "Come i Francesi, bambini". E' tutto quello che il mio orgoglio umanistico è in grado di improvvisare e spiattellare in faccia ai pargoli.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il resto è una lenta e progressiva umiliazione fra sale tappezzate di pannelli che ti schiaffeggiano con concetti difficilissimi resi ancora più incomprensibili dalla amorevole pietà con la quale vengono tradotti per il resto di noi. I bambini tramortiti dalla noia si accasciano su una panchina vicino ad una installazione interattiva riservata ai laureati in fisica nucleare, poi intravedono qualcosa ...</div>
<div style="text-align: justify;">
Sì, c'è qualcosa, una sala piena zeppa di macchine. "Sì, bambini andiamo a vedere le calcolatrici, che bello, la storia del calcolo automatico, dall'abaco al calcolatore".</div>
<div style="text-align: justify;">
C-H-I-U-S-E, tutte, in vetrina, mentre un video trasmette a loop un'intervista al collezionista delle macchine esposte. No, questo è troppo, davvero troppo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Usciamo, disperati. Da 0 a infinito? 0 sulla comprensibilità, infinito per la noia! L'unico numero che mi viene in mente è <a href="https://youtu.be/Z4rBDUJTnNU?t=33s" target="_blank">1984</a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Detto da un archeologo che guarda alla divulgazione scientifica come a un modello è preoccupante. Se mettiamo anche in numeri in vetrina, che fine farà la curiosità dei nostri figli?Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-12675942479738930782015-04-14T15:28:00.000+02:002015-04-14T15:30:39.237+02:00L'invasione degli ultracorpi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="" style="clear: both;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjo2KBbHN7a_oSgTINs0lZfEoSXN-_wD0Dg_8FUik8uLAbuKd-uS-yJ4uROy1oYhXUCo2_naTVR6sUuzaJRb-pME8p6ycal7AYc_dydAHFrDC1aSq75lzuJr5Yb75so9IfGchYnYA7Njwo/s1600/archeos.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjo2KBbHN7a_oSgTINs0lZfEoSXN-_wD0Dg_8FUik8uLAbuKd-uS-yJ4uROy1oYhXUCo2_naTVR6sUuzaJRb-pME8p6ycal7AYc_dydAHFrDC1aSq75lzuJr5Yb75so9IfGchYnYA7Njwo/s1600/archeos.jpg" height="320" width="215" /></a>In questi mesi sta girando l'Italia un'allegra compagnia di archeologi, riuniti intorno al progetto <a href="https://www.facebook.com/archeostorie">archeostorie</a>. Un libro. O meglio un <i>manuale non convenzionale di archeologia vissuta</i><span style="text-align: justify;">.</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
L'altro giorno c'è stata la 'grande festa', l'evento, il 'brainstorming di massa'. <a href="https://www.facebook.com/events/832150233521486/">Questo</a>. Ce ne sono stati altri, ce ne saranno altri nelle prossime settimane, anche nella mia città. Ma l'evento di Roma per me è stato particolare, e vi spiego perché.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Forse perché c'erano davvero tante persone; tante facce note e tanti sconosciuti (a cominciare dagli autori del libro; molti di loro si incontravano per la prima volta di persona).</div>
<div style="text-align: justify;">
Più probabilmente perché c'erano diverse generazioni, tutte insieme, per parlare di archeologia. Se ci pensate bene, questo non avviene spesso nell'archeologia che conosciamo: ci sono le lezioni e le attività di ricerca, in cui sono presenti maestri e allievi; ci sono le pubblicazioni, in cui ci sono autori e lettori; ci sono le esperienze di fruizione, in cui ci sono guide (reali e virtuali) e pubblico; ci sono i convegni, in cui ci sono esperti e meno esperti.<br />
Ma io, tutte queste persone, insieme, a parlare di archeologia, francamente non le avevo mai viste! Allievi, maestri, giovani e meno giovani, ricercatori, professionisti, autori e pubblico; tutti hanno mostrato grande interesse e curiosità per un libro atipico ('non convenzionale' appunto, secondo il sottotitolo) di cui probabilmente si sentiva un gran bisogno.<br />
La non convenzionalità di Archeostorie è proprio nella concretezza e nella determinazione del messaggio che contiene, e nell'essere scritto non solo pensando a quanti 'vogliono fare l'archeologo ...', ma soprattutto a quanti vanno a iscriversi <i>oggi</i> in una delle tante università italiane per fare archeologia, e a quelli che <i>oggi</i>, in quelle stesse università, si stanno laureando.<br />Ma la stessa non convenzionalità è anche nei messaggi che il libro non contiene: nessuno si lamenta del lavoro che non c'è o recrimina contro una formazione inadeguata ma tutti preferiscono mostrare -orgogliosamente- il lavoro che fanno e come usano le proprie competenze. Nessuno propone una ricetta miracolosa o auspica una riforma epocale ma tutti indicano un obiettivo più che concreto, che le generazioni precedenti non sono riuscite a raggiungere: salvare dalla distruzione il più grande patrimonio culturale che l'Italia possiede: i suoi professionisti, passati, presenti e futuri.<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'altro giorno, quando è toccato a me parlare, mi sono scoperto sopraffatto dall'emozione (decisamente acuita dalla presentazione in prima assoluta del mio cortometraggio <a href="https://www.youtube.com/watch?v=dfX56mlB6E8" target="_blank">Closing Time</a>), e non ho detto fino in fondo quello che avevo pensato. Facile, ve lo racconto ora.<br />
Un paio di settimane fa, a Siena, ho partecipato ad una trasmissione di <a href="https://www.facebook.com/letsdigagain?fref=ts" target="_blank">let's dig again</a>, la radio degli archeologi. E come tutti ho dovuto rispondere al domandone finale "che cosa diresti ad un ragazzo che vuole iscriversi ad archeologia?". Se volete ascoltarvi la <a href="http://www.spreaker.com/user/letsdigagain/il-ritorno-del-2d" target="_blank">puntata</a>, verso la fine trovate la mia risposta. Che comunque non è "scappa!" come molti si aspetterebbero, ma è piuttosto:<br />
"preparati a costruire il tuo futuro usando le ottime conoscenze e le competenze che i corsi in archeologia delle Università italiane ancora riescono a dare, ma ricordati che non bastano, se non ci metti qualcosa di tuo: creatività, idee, inventiva".</div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi la mia risposta a questa domanda (che per chi fa formazione dovrebbe essere obbligatorio porsi quotidianamente) sarebbe la stessa, con una piccola aggiunta:</div>
<div style="text-align: justify;">
"leggiti tutte le archeostorie, trova la tua preferita. Oppure inventane una nuova, scopri quella che manca. E trasformala nel tuo futuro".<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' questa la chiave di un manuale non convenzionale di archeologia vissuta: non ti spiega la disciplina ma ti mostra quello che c'è e ti lascia immaginare quello che puoi fare tu.</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-83527301034356902542015-01-29T11:48:00.003+01:002015-01-29T11:57:05.360+01:00Non ci resta che piangere<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZm35H94Avw72suMf9ST5UC43aY688N6V1t86RQ82WeFIddPrQqZyhGyvKjgSDmIp5FsIoXSvFdLqcu0hA8NY5jzVi_YmhJvumrPtSQJvT9V53hq32bG4wLU0u6me4I4NUA1ipaN5-XDo/s1600/Gargoyles_on_a_mosaic_in_the_Museum_Capitolini.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZm35H94Avw72suMf9ST5UC43aY688N6V1t86RQ82WeFIddPrQqZyhGyvKjgSDmIp5FsIoXSvFdLqcu0hA8NY5jzVi_YmhJvumrPtSQJvT9V53hq32bG4wLU0u6me4I4NUA1ipaN5-XDo/s1600/Gargoyles_on_a_mosaic_in_the_Museum_Capitolini.png" height="224" width="320" /></a></div>
Ammettiamolo. Per noi archeologi gli ultimi mesi sono stati davvero divertenti; non è passata settimana senza che fossimo allietati da notizie di ogni genere sul nostro patrimonio culturale e, davvero, i momenti di spasso sono stati tanti.</div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Abbiamo iniziato dalle complesse e profonde discussioni<a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/11/quo-vadis.html"> arena sì/arena no</a> sul destino del nostro Colosseo. Poi siamo passati ai piani Marshall per la nostra archeologia, che hanno inteso affidare ai ricchi alleati di oltreoceano la cura del nostro patrimonio (fra i tanti post sull'argomento, leggetevi <a href="http://www.leftwing.it/2014/11/12/marino-e-la-delocalizzazione-dellarcheologia/">questo</a>). Infine siamo stati coinvolti nel grottesco epilogo di verybello (o <i>verricello</i> secondo il mio correttore automatico) e verybella (vi prego, non perdetevi questo <a href="http://www.verybella.it/">link</a>; vi perdonerò se morirete dalle risate e non tornerete su questa pagina per leggere il resto del post) che giustamente ha spinto sull'orlo della <a href="https://leparoleinarcheologia.wordpress.com/2015/01/25/verybello-it-e-la-fine-delle-speranze-per-i-beni-culturali-in-italia/">disperazione</a> tutti. Anche gli archeologi che lavorano, quotidianamente e cocciutamente, perché i beni culturali un giorno diventino un argomento vero di discussione in questo benedetto paese e soprattutto un'opportunità di crescita e lavoro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Bene, se vi siete asciugati le lacrime e avete smesso di ridere, andiamo avanti. C'è una notizia da aggiungere a questo elenco, che stranamente è stata un po' trascurata, anche dagli acuti e generosi archeoblogger (ovviamente <a href="https://filelleni.wordpress.com/2014/12/11/se-larcheologia-e-anche-un-problema-di-cuore/" target="_blank">Filelleni</a> non se l'è fatto sfuggire). E' roba un po' vecchiotta, risale alla fine dello scorso anno, ma roba tipo verybello (che il mio correttore si ostina a correggere in <i>verricello</i>) la riporta rapidamente agli onori della cronaca. Mi riferisco al sondaggio dei FAI, il mitico i <a href="http://iluoghidelcuore.it/classifica">luoghi del cuore</a>, di cui è stato presentato il rapporto sul decennale 2003-2013. Beh, il risultato, per gli archeologi, è inquietante; su 11000 luoghi 'censiti' in 10 anni sapete quanti sono i siti archeologici?</div>
<div style="text-align: justify;">
1000?</div>
<div style="text-align: justify;">
2000?</div>
<div style="text-align: justify;">
5000?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
No, sono circa <a href="http://iluoghidelcuore.it/rapporto" target="_blank">800</a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il che contribuisce a dimostrare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che il disastro ormai è avvenuto, ed è anche certificato:</div>
<div style="text-align: justify;">
- l'archeologia (come la insegniamo) non dice niente a nessuno;</div>
<div style="text-align: justify;">
- l'archeologia (come la conosciamo) non serve a niente;</div>
<div style="text-align: justify;">
- l'archeologia (come la facciamo) è morta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dovremmo rifletterci maggiormente tutti quanti. Chi si rifiuta di guardare al futuro, alla modernità e al rinnovamento, chi ostinatamente preferisce sperare che un giorno tutto funzionerà senza dare il proprio contributo, soprattutto chi fa finta di niente. Chi difende strenuamente la Cultura e non si accorge che l'archeologia cultura non lo è più. Chi si fossilizza nei suoi orticelli, accademici, ministeriali, intellettuali, o di qualunque altro tipo essi siano.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma stiamo calmi ragazzi, tanto dell'archeologia al resto degli italiani non gliene frega proprio niente.</div>
<br />Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-6337275598856772432014-12-18T11:50:00.000+01:002014-12-18T13:54:15.351+01:00Dieci piccoli indiani<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDyEKhUuaNTPbygIUz68eg4pSNmSVkC-GOAitfZ6vNFrUBVtQ80roX3S1FadvLayKQg7gcw4eEwD5HTicFQ1Iv3TG5aTKm3BIpABa5NUT_XqHa3_QMog48JINS4fY6xvzTJT_vUSLVFyE/s1600/medusa1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDyEKhUuaNTPbygIUz68eg4pSNmSVkC-GOAitfZ6vNFrUBVtQ80roX3S1FadvLayKQg7gcw4eEwD5HTicFQ1Iv3TG5aTKm3BIpABa5NUT_XqHa3_QMog48JINS4fY6xvzTJT_vUSLVFyE/s1600/medusa1.jpg" height="195" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
E' notizia di ieri che il Senato Accademico della mia Università ha deliberato la chiusura del corso di laurea magistrale in Archeologia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Motivazione: numero di studenti inferiori ai requisiti ministeriali: 9 su 10 ...</div>
<div style="text-align: justify;">
In realtà nessuno sa realmente quanti fossero, e il dubbio <br />
<a name='more'></a>rimane, visto che neanche gli uffici della stessa Università concordano sul dato: chi dice 8, chi dice 9, chi dice 10. Ma ovviamente non è questo il punto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Colpisce la freddezza delle cifre, il sentirsi ingabbiati in un meccanismo preciso e ineluttabile: </div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>if n >=10</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>then goto next year</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Siamo commissariati da un foglio di Excel, che per sua natura non è in grado di calcolare che, in un panorama nazionale in forte contrazione e soprattutto in una provincia come quella di Foggia, 10 (pardon, 9!) iscritti sono un miracolo, non un problema. Sono un presidio, e non parlo della Cultura o della Civiltà o di altri paroloni con la lettera maiuscola. Parlo di di un presidio di normalità. Una normalità in cui sia lecito discutere ed entrare nel merito delle cose senza fermarsi alle cifre, in cui sia possibile prendere una decisione alla maniera degli uomini e non delle macchine, in cui ci siano più parole e meno algoritmi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ieri, nella mia Università, ha invece prevalso il silenzio. L'uomo, di fronte alle cifre, non ha trovato niente da dire.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quanto è successo ieri non è un piccolo fatto di cronaca provinciale, ma una spia che ci avvisa che sta giungendo ad un drammatico compimento in Italia un processo iniziato ormai 15 anni fa quando, per la prima volta nel nostro paese, venne offerta alle Università italiane la possibilità di istituire dei corsi di laurea in beni culturali e affini. Oggi, il futuro dell'archeologia è tornato ad essere quello di quando mi iscrissi all'Università nel 1990: un curriculum di Lettere Classiche, o, tradotto nel burocratese corrente, probabilmente qualcosa tipo "un percorso interclasse" o roba simile. Con buona pace della fase delle tecnologie, delle scienze applicate, dell'archeologia virtuale e di quella globale. Peccato solo che in questa lunga e lenta virata a 360° siano rimasti stritolati in tanti. Soprattutto quelli che ci hanno creduto: docenti, studenti, mancati professionisti. Perché tornare al punto di partenza dopo 15 anni non è un fatto normale, ma una bruciante sconfitta. Siamo tutti colpevoli: le università, i ministeri, l'intero sistema paese.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ieri ha chiuso una fabbrica. Una piccola fabbrica di provincia specializzata in un prodotto che non interessa al mercato, semplicemente perché il mercato non esiste, o è sostanzialmente delocalizzato: <a href="http://www.leftwing.it/2014/11/12/marino-e-la-delocalizzazione-dellarcheologia/" target="_blank">all'estero,</a> o nel magico mondo del volontariato. E per ogni fabbrica che chiude, siamo tutti a soffrirne, se ne rendano conto quanti ne hanno causato la chiusura, quanti non la hanno difesa, quanti hanno voluto vederci una nemesi.<br />
<div>
In queste ore, come è giusto che sia, siamo nel momento della disperazione, della partecipazione e della solidarietà (e si vergognassero quanti gridano alla strumentalizzazione, ci lasciassero soffrire in pace!). Presto però dovremo pensare a cosa fare. E io credo che le prospettive che ci si aprono sono sostanzialmente due: chiedere la cassaintegrazione o ristrutturare. A ciascuno di noi, <u>a Foggia come nel resto d'Italia</u>, sta la scelta fra vivacchiare seminascosti in una posizione sempre più asfittica oppure rilanciare.<br />
Come?<br />
Ad esempio sostituendo, nelle nostre fabbriche, alla vecchia linea di produzione di ricercatori quella di professionisti, interessandoci meno all'acquisizione di dati o alla sistematizzazione del nostro dominio di conoscenza e invece insegnando sempre di più a saper fare oltre che a sapere.<br />
E alzando la voce nella Politica e nella Società (sarà per mia indole o formazione, ma queste parole continuo a scriverle con la maiuscola), preferendo alle sterili questioni di stampo culturale obiettivi più importanti, come la rivendicazione dei diritti dei lavoratori e dei professionisti dei beni culturali.<br />
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Forse non lo sapete, ma <i>dieci piccoli indiani</i> non è il titolo ufficiale del romanzo di Agatha Christie, né delle riduzioni cinematografiche. L'autrice stessa preferiva il titolo dato alla prima edizione americana: </div>
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<i>... e poi non ne rimase nessuno.</i><br />
<i><br /></i>
PS: per rimanere aggiornati, seguite su fb archeologia e storia unifg<br />
<i><br /></i></div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-73402474615731541792014-11-11T11:53:00.001+01:002014-11-11T11:55:48.506+01:00Quo vadis?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipcUM3L5bhnCOnTJAiSu3rJ26hXx-Zz-R-He-Gaofx_c8MHMyvA2T1Bb7QU2tUOQc1m6-sqhqW1Jfk1IUfXNgMf3WPnqo_YZrkJ7NvrZj_uQQRK3F9uRrOCNCSKslmuIZUaMEPKPeBqNg/s1600/colosseo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipcUM3L5bhnCOnTJAiSu3rJ26hXx-Zz-R-He-Gaofx_c8MHMyvA2T1Bb7QU2tUOQc1m6-sqhqW1Jfk1IUfXNgMf3WPnqo_YZrkJ7NvrZj_uQQRK3F9uRrOCNCSKslmuIZUaMEPKPeBqNg/s1600/colosseo.jpg" height="232" width="320" /></a></div>
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La settimana scorsa tutta l'archeologia italiana si è 'bloccata' sul tormentone Colosseo. Mentre le opposte <i>factiones</i> si scontravano nella battaglia arena sì/arena no, sugli spalti (digitali) il pubblico assisteva allo spettacolo, con la sola differenza che oggi è possibile solo essere d'accordo, considerato che il pollice verso non esiste più. Almeno nei social network ...</div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
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<div style="text-align: justify;">
Confesso di aver seguito molto distrattamente la vicenda che, come <a href="https://www.facebook.com/pages/Archeologia-tardoantica-e-altomedievale-a-Siena/298009246994501?hc_location=timeline">è stato detto</a> in un bel post che la riassume perfettamente, in un paese normale non avrebbe suscitato tanto scalpore.</div>
<a name='more'></a><span style="text-align: justify;">Forse anche perché a renderla eccezionale tanto da farla finire in prima pagina è solo che non riguarda un sito archeologico qualunque, ma il Colosseo, uno dei monumenti più importanti del pianeta, la Monna Lisa dell'archeologia.</span><br />
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Il momento più imbarazzante di questo dibattito è stato senz'altro quando qualcuno ha proposto di usare il Futuro Colosseo per giocarci a calcio. Le reazioni sono state fra l'inorridito e l'incredulo, fino a quando qualcuno dei soliti ben informati ha fatto notare che un campo di calcio nel Colosseo semplicemente non ci entra. Fine della storia.</div>
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Certo, inorridisce pensare il Colosseo invaso da schiere di tifosi urlanti, anche se nel contempo non riesco ad immaginarmi lo svolgimento di un <i>munus</i> come qualcosa di molto diverso da una finale di coppa. E quindi un dubbio resta: non è forse poi un'idea tanto bizzarra che una volta (ri)costruito quello che per tutti i non archeologi è uno stadio, qualcuno ci voglia giocare. E se oggi non si usa più far sbranare esseri umani dai leoni, non rimane altro che giocare a pallone.</div>
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Sarebbe molto più interessante se la discussione un giorno ci portasse a riflettere su come restituire ai cittadini non solo il Colosseo, ma l'archeologia tutta, quella dei siti e quella dei musei: se infatti "una riflessione sul rapporto tra archeologia e gestione dei centri urbani che dura da almeno trent'anni" (<a href="https://www.facebook.com/pages/Archeologia-tardoantica-e-altomedievale-a-Siena/298009246994501?hc_location=timeline">cit</a>.) si paralizza sul ripristino di un battuto pavimentale è l'archeologia tutta ad aver perso. Perso il contatto con il <a href="http://www.passatoefuturo.com/2013/07/una-giornata-particolare.html" target="_blank">suo pubblico</a>, persa la sua <a href="http://www.passatoefuturo.com/2013/03/divorzio-allitaliana.html" target="_blank">funzione sociale</a>, persa la sua <a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/04/una-storia-vera-3.html" target="_blank">utilità culturale</a>. Con buona pace di quella <a href="http://www.passatoefuturo.com/2012/10/cicale-e-formiche.html">archeologia pubblica</a> che un paio di anni fa sembrava aver preso rapidamente piede anche da noi per poi dissolversi altrettanto rapidamente nel nulla. </div>
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<br /></div>
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Da parte mia quindi, niente pollice, né <i>recto</i> né <i>verso</i>. Solo fastidio, per il semplice fatto che, ricostruendo l'arena, non restituiremo niente a nessuno: daremo solo qualcosa in più a chi paga il biglietto di ingresso (questo è un elemento da non trascurare: il Colosseo è una risorsa economica di prim'ordine!). Certo, giocarci una partita di calcio era un'esagerazione, una pretesa assurda e senza senso: altrettanto assurdo e senza senso però mi sembra voler realizzare una piazza con la certezza che resterà inutilizzata; nessuno infatti potrà mai passeggiarci né tantomeno alcun bambino potrà mai pacificamente giocarci a pallone.<br />
<br />
PS: mentre l'archeologia ancora discetta stancamente di arena sì/arena no, a Roma si continuano ad arruolare volontari per gestire i musei. Se vi piacciono i film horror, seguite il link ... ma questa è un'altra storia.<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="en">
Mentre discettiamo sul Colosseo, ci portano via il futuro. via <a href="https://twitter.com/OpusPaulicium">@opuspaulicium</a> ATTENZIONE contiene materiale sensibile
<a href="http://t.co/7TERPMQ9AT">http://t.co/7TERPMQ9AT</a><br />
— Archeologia Digitale (@lad_unifg) <a href="https://twitter.com/lad_unifg/status/532115436171956224">November 11, 2014</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script><br /></div>
</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-72600604222484159782014-11-03T16:37:00.002+01:002014-11-07T06:54:42.085+01:00The abyss<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiS4_c-orTYN5yzbojMfhXcWGNI6BtRwVefAh_iqP_BGzyYhpOrFTGMwYPOUzSaROcBFPTK6Du8Qv5lrVvuq2V_KBdRRQiJpKcBzBMd0Ot0s0GpZNAl0H-C68F_qV2jaLogMspwegsNqN8/s1600/tuffatore.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiS4_c-orTYN5yzbojMfhXcWGNI6BtRwVefAh_iqP_BGzyYhpOrFTGMwYPOUzSaROcBFPTK6Du8Qv5lrVvuq2V_KBdRRQiJpKcBzBMd0Ot0s0GpZNAl0H-C68F_qV2jaLogMspwegsNqN8/s1600/tuffatore.jpg" height="328" width="640" /></a></div>
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Torno, dopo tanto tempo, a postare. Un po' perché in questi giorni si festeggia il secondo compleanno di questo blog (con un mesetto di ritardo in effetti. Qui se volete, il <a href="http://www.passatoefuturo.com/2012/09/questo-non-e-un-mestiere-per-vecchi.html">primo post</a>), un po', per non dire soprattutto, sull’onda emotiva dell’incontro Archeoblogger tenutosi sabato scorso a Paestum (cercate archeoblogger su google e troverete gran parte dei post dedicati a questo tema). AGGIORNAMENTO: il <a href="http://filelleni.wordpress.com/2014/11/05/archeoblogger-e-archeostorie-chi-vince-di-piu/" target="_blank">post</a> di Filelleni.<br />
AGGIORNAMENTO 2: il <a href="http://www.professionearcheologo.it/ce-larcheologo-che-riflessioni-a-margine-dellincontro-degli-archeoblogger/" target="_blank">post</a> di Professione Archeologo.</div>
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<a name='more'></a></div>
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Sabato pomeriggio, intorno al tavolo allestito nel Museo di Paestum c'erano sicuramente le migliori energie dell’archeologia italiana. Non parlo ovviamente di me ;-), ma di tutti (ed erano tanti!) quelli che hanno parlato delle loro (tante) professionalità. Avevano tutti un elemento in comune. Quale? Non certo le tecnologie, né le metodologie, né le specializzazioni. Tutti coloro che hanno contribuito all'evento, dal tavolo e dalla platea, erano persone che hanno deciso di continuare a credere ostinatamente che l’archeologia potesse essere professione. Trascurati dalla formazione e irrisi dall'accademia, invisibili alla politica e invisi agli apparati ministeriali, sono infatti questi professionisti del proprio destino a tenere viva l’archeologia e ad evitarne la mummificazione anzitempo.</div>
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Senza bisogno di aspettare una legge che confermi la visibilità o il riconoscimento di una professione i blogger, i comunicatori, i digitali, i creativi (io preferisco pensare che siano semplicemente archeologi) dimostrano nel loro lavoro quotidiano l’esistenza della professione stessa e provano in modo chiaro che il destino dell'archeologo non è una scelta drammatica fra l'illusione della ricerca e l'umiliazione della ruspa. Comunicando, filmando, disegnando, raccontando e postando danno forma ad un'archeologia che se volete è un po' indie e underground, ma è sicuramente molto più viva e sana di quella che si coglie nelle aule di una Università o tra le vetrine di un museo, dove aleggia una disciplina debole ed incompiuta, che costa molto e produce poco: pochi risultati, poca innovazione, poco lavoro.</div>
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I racconti appassionati e sorridenti di chi ha animato archeoblogger 2014 hanno mostrato quanto profondo sia l’abisso fra chi contribuisce pragmaticamente e quotidianamente a definire i tratti dell’archeologia nel XXI secolo e chi si aggira nei corridoi sempre più deserti di ministeri ed università, dove è evidente che l’innovazione non arriverà mai.</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-41711631652413619582014-06-25T15:46:00.002+02:002014-06-25T15:58:10.577+02:00Fuga per la vittoria<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAXjcoerApLHptN9oKJGWYHeqWvmZU0oJwj4Cqv804WIG0-4IdhyphenhyphenqoceQPDJKikWqoP4eKrLAZSnClQwIrGNUaz2bQAsFLgmBuQ1sq1Xv5JLcq3mFZcLUsGl5NG_iJE6tDQRKyoAlahaA/s1600/brasil.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAXjcoerApLHptN9oKJGWYHeqWvmZU0oJwj4Cqv804WIG0-4IdhyphenhyphenqoceQPDJKikWqoP4eKrLAZSnClQwIrGNUaz2bQAsFLgmBuQ1sq1Xv5JLcq3mFZcLUsGl5NG_iJE6tDQRKyoAlahaA/s1600/brasil.png" height="200" width="151" /></a></div>
Orgoglio nazionale salvo anche quest'anno (e ovviamente non sto parlando del Mondiale brasiliano ...): c'è ancora qualcosa in cui siamo ancora primi! Nell'annuale <a href="http://whc.unesco.org/en/sessions/38com/" target="_blank">sessione</a> del World Heritage Committee dell'Unesco, terminata oggi, sono stati inseriti 26 nuovi siti, di cui 1 italiano, che porta la cifra nazionale a 50 ... </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<a name='more'></a><span style="text-align: justify;">L'anno scorso avevo già avuto modo di dire qualcosa su questa lista (</span><a href="http://www.passatoefuturo.com/2013/04/intrigo-internazionale.html" style="text-align: justify;" target="_blank">qui</a><span style="text-align: justify;"> e </span><a href="http://intrigo internazionale - aggiornamento" style="text-align: justify;" target="_blank">qui</a><span style="text-align: justify;">) che sembra essere l'unico appiglio per quanti decantano la 'supremazia' italiana nel patrimonio culturale a livello mondiale.</span><br />
<div style="text-align: justify;">
Peccato che la Cina sia arrivata ad un fragoroso 47, continuando una serie ininterrotta di doppiette lunga un decennio. Di questo passo, l'anno prossimo, è possibile che si consumi uno storico sorpasso. </div>
<div style="text-align: justify;">
E' evidente infatti che qualcosa sta cambiando, e di questo passo faremmo meglio a trovarci nuove eccellenze, a meno che non impariamo a promuoverlo un po' meglio questo patrimonio, invece che polemizzare se sia 'stroardinario' o meno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il problema proprio non è raccattare pezzi di facile patriottismo proclamandosi vincitori del Mondiale Unesco (direte voi, "ma dai, almeno quello?"), piuttosto imparare a gestirlo, il nostro patrimonio, magari in maniera un po' più serena, ma soprattutto in maniera più seria.</div>
<div style="text-align: justify;">
Come?</div>
<div style="text-align: justify;">
Ad esempio cercando di valorizzare le competenze dei nostri (giovani e meno giovani) professionisti, evitando orrori storici tipo l'ormai tristemente celebre bando '<a href="http://www.passatoefuturo.com/2013/12/la-dolce-ala-della-giovinezza.html" target="_blank">cinquecento schiavi</a>', o altri più recenti (ma nella sostanza non meno modesti) capolavori di arte provinciale, quali il bando promulgato in questi giorni dalla (commissariata) Provincia di Foggia.<br />
Vi chiedo solo 2 minuti per dare un'occhiata a quanto la Provincia richiede per <a href="http://www.provincia.foggia.it/upload_bandi/247/bando_concorso.pdf" target="_blank">reclutare</a> "operatori specializzati per le esigenze di funzionamento del sistema museale provinciale nonché di gestione dell’osservatorio turistico e infopoint di Capitanata (maiuscolo mio)". Basta leggere i primi 2 articoli. O se preferite, il post di Giuliano Volpe <a href="http://www.giulianovolpe.it/it/14/Che_vergogna_di_bando!/371/" target="_blank">qui</a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Poi decidete come reagire: se farvi una risata o piangere, in attesa di riprendere a tifare perché anche l'anno prossimo si possa portare a casa il Mondiale Unesco, vincendo, per un soffio, la finale contro la Cina.</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-39682974797549259132014-06-04T13:18:00.002+02:002014-06-04T13:18:53.849+02:00Pulp fiction<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiJJbYbemypOVu22RuDjipCFvQC6-fgDX-u_uZ3qobvyeNI7DHUOUGaIKrR7oqJUJj7FlHPtJqyBoJ26Y5PjH0Cd1XDkfaTwolbsZlN_HF-Kv883NkK4MONL-Ze_DonnUXOgStPIWK5d0/s1600/pop_arch.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiJJbYbemypOVu22RuDjipCFvQC6-fgDX-u_uZ3qobvyeNI7DHUOUGaIKrR7oqJUJj7FlHPtJqyBoJ26Y5PjH0Cd1XDkfaTwolbsZlN_HF-Kv883NkK4MONL-Ze_DonnUXOgStPIWK5d0/s1600/pop_arch.jpg" height="200" width="200" /></a></div>
<i>Recuperare la realtà più banale in opposizione all'enfasi e all'idealismo [...]. Servirsi di un immaginario popolare [...]. </i><i>Sottrarre gli oggetti all'invisibilità cui li condanna il loro uso e consumo per renderli completamente presenti ...</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
... leggevo queste parole qualche settimana in uno dei (pochi, per fortuna) pannelli che accompagnavano in modo discreto ed ineccepibile la visita ad una delle mostre più interessanti che ho avuto modo di visitare quest'anno.<br />
<br />
"<i>Perfetto. Ecco l'archeologia che ho sempre desiderato</i>".<br />
In realtà l'ho sempre pensato, ad esempio entrando nei tanti musei archeologici che orgogliosamente espongono oggetti modesti, e che spesso cedono alla tentazione di proporli come se fossero capolavori: isolati in vetrine enormi o affastellati in sequenze tanto abbondanti quanto insignificanti.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"<i>E' il modo in cui vorrei raccontarla l'archeologia, e le parole che vorrei sentire quando visito un museo</i>".<br />
Quante volte ho desiderato sentir raccontare l'archeologia in <a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/04/una-storia-vera-4.html" target="_blank">una maniera diversa</a>, più coraggiosa e meno epica, con uno stile più semplice e meno austero, capace di recuperare e trasformare in messaggio anche la realtà più banale di quelli che spesso sono oggetti semplici e quotidiani ...<br />
La ricerca della straordinarietà non rende giustizia al fascino semplice e discreto dei tanti reperti esposti nei nostri musei: "oggetti di uso e consumo": non sono forse quelli che chiamiamo cultura materiale?<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ovviamente la mostra non aveva nulla a che fare né con l'archeologia né con l'antichità in generale. Era dedicata ad Andy Warhol. E il mio consiglio a tutti, archeologi e non, è: <a href="http://www.warholroma.it/" target="_blank">andateci</a>.</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-20784895489085013102014-05-08T09:05:00.000+02:002014-06-04T13:19:48.345+02:00Heat - la sfida<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO4mkwVm786SEFVxSIpW8sWJ7I-7YClSxWA8bgwlBBR8TzucXFJPDOptZBxGFogz5OCAy2eSMUlHa9A5Zxd9w0ipQYzpqM8M-A5L_iMuLoTao7noKvDp5L-VmtmPoHq57EqJf818aBODE/s1600/votantonio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjO4mkwVm786SEFVxSIpW8sWJ7I-7YClSxWA8bgwlBBR8TzucXFJPDOptZBxGFogz5OCAy2eSMUlHa9A5Zxd9w0ipQYzpqM8M-A5L_iMuLoTao7noKvDp5L-VmtmPoHq57EqJf818aBODE/s1600/votantonio.jpg" height="271" width="320" /></a></div>
"Che facciamo quest'anno, ci riproviamo?"<br />
"Certo, anzi, ho già provato a scrivere un adattamento di un mio dialogo, solo che questa volta è un po' più difficile ..."<br />
"Cioè?"<br />
"Andrebbe girato in esterna; e dobbiamo pensare ad un coro"<br />
"Dai, bellissimo, fammi leggere, e vediamo che cosa possiamo fare ..."<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
E così ci siamo cascati nuovamente: io e Francesco anche quest'anno ci siamo lanciati nella produzione di un 'corto' per partecipare al videocontest di Opening The Past.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La concorrenza quest'anno è agguerrita, e ci piace pensare che sia anche un po' merito nostro, e del successo dello scorso anno, se in questa edizione i concorrenti sono decisamente tosti ... </div>
<div style="text-align: justify;">
Soprattutto ci piace che più di un filmato sia divertente, spensierato, ironico. Il sorriso è uno strumento comunicazione straordinaria, che spesso gli archeologi preferiscono lasciare sepolto ...</div>
<div style="text-align: justify;">
L'abbiamo già detto l'anno scorso presentando Cannoni e Farfalle e lo ripetiamo oggi perché continuiamo a crederci:</div>
<div style="text-align: justify;">
<i><i>La costruzione di una ‘prossima’ archeologia non è solo una questione metodologica o tecnologica, ma piuttosto un processo umano. E, a volte, gli esseri umani hanno bisogno di sorridere per capire davvero qualcosa.</i></i></div>
<i> </i><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo hanno capito e condiviso i giovani e giovanissimi studenti-attori che hanno partecipato a questo progetto, anche se può voler dire lanciarsi, superare la timidezza, lasciare da parte la serietà. Fare autoironia per capirsi meglio, capire il proprio mestiere e farlo capire agli altri.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Buio in sala e partiamo!<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="//www.youtube.com/embed/LZXZdMXcZXI" width="560"></iframe><br />
<br />
<div>
Adesso tocca a voi. Votateci e fateci votare!</div>
<div>
NB: non potete votare da qui, né basta un like su Facebook: dovete andare direttamente su YouTube (<a href="https://www.youtube.com/watch?v=LZXZdMXcZXI" target="_blank">da qui</a>) e cliccare 'Mi piace'!</div>
</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-8783884593633274352014-04-29T17:19:00.003+02:002014-04-29T17:25:04.497+02:00Una settimana da Dio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBlf-br1ueSNfTq-enImZM4d09wIzyh5nd8ITOpyBmolcePi9l9ugEOxvL2PZXw7VCLeFhC5IBG2h1N2VX_3G8cOOPX0M73Efy2ZICcru_ZxTHg2_4lZentqr005NuNMXyUuU_n7tVQh0/s1600/hash.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBlf-br1ueSNfTq-enImZM4d09wIzyh5nd8ITOpyBmolcePi9l9ugEOxvL2PZXw7VCLeFhC5IBG2h1N2VX_3G8cOOPX0M73Efy2ZICcru_ZxTHg2_4lZentqr005NuNMXyUuU_n7tVQh0/s1600/hash.png" height="320" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Esattamente un mese fa ho partecipato, ovviamente da visitatoredimuseo-archeologo-padredifamiglia, alla #museumweek, cinguettando qua e là su twitter e soprattutto con una serie di post su questo blog.<br />
<br />
Poi il tempo è passato rapidamente, e altrettanto rapidamente quella intensa settimana è stata dimenticata. Certo non sono mancati i commenti <a href="http://generazionediarcheologi.myblog.it/2014/03/31/la-museumweek-italia-eravamo-bradipi-tecnologici/" target="_blank">a caldo</a> (e anche <a href="http://steko.iosa.it/2014/04/museumweek-riflessioni-a-freddo/" target="_blank">a freddo</a>), di chi ha giustamente evidenziato gli aspetti innovativi di questa iniziativa, e di chi ne ha messo in risalto, altrettanto giustamente, i punti critici.<br />
Io però non riesco a liberarmi dal pensiero che tutto questo impegno, dei curatori dei musei, dei blogger, dei tweeter, ma anche dei semplici 'visitatori' come me non sia servito a molto ...<br />
<br /></div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
E' un pensiero che oggi, a un mese dalla <i>#museumweek</i>, torna a ronzarmi fastidiosamente nel cervello in questi giorni di <i>#invasionidigitali</i>. Dovrei essere felice di poter vivere un altro evento di 'liberazione' dei beni culturali, di poter visitare siti e musei, anche quelli normalmente chiusi e abbandonati, di poter usare il mio smartphone senza timore, eppure qualcosa non mi torna. Forse sono semplicemente stanco di vivere i beni culturali solo attraverso eventi eccezionali e iniziative di pochi giorni.<br />
Preferirei che i musei fossero sempre intriganti come dei <i>#MuseumMastermind</i>, che quiz, indovinelli e curiosità (e più in generale tutti i contenuti e le attività proposte) risultassero sempre interessanti per tutti;<br />
- che i miei <i>#MuseumMemories</i> fossero sempre richiesti da chi il museo lo gestisce, in modo tale che io possa non solo immaginare, ma aiutare a realizzare il mio museo ideale;<br />
- che si potesse sempre dare una sbirciatina <i>#BehindTheArt</i> e dietro le quinte, ma anche nei magazzini e negli uffici;<br />
- che <i>#AskTheCurator </i>fosse il primo cartello che trovo quando entro in un museo;<br />
- che potessi sempre fare tutti i <i>#MuseumSelfies</i> che voglio e che si potesse fotografare liberamente e condividere liberamente senza bisogno di funamboliche operazioni fra cavilli di legge;<br />
- che ogni visita infine non fosse un ripetitivo rito di contemplazione ma una allegra <i>#invasione</i> (anche non digitale) cui partecipare con la mia personalità e le mie idee.</div>
<div>
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<br /></div>
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Fra qualche giorno invece tutto tornerà come prima e il sipario calerà su queste settimane di <i>Saturnalia</i> in cui ci lasciano usare i superpoteri e in cui la realtà è sovvertita e tutto è concesso (uau, perfino <a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/03/una-storia-vera-2.html" target="_blank">fotografare</a>!!). I riflettori si sposteranno sul prossimo hashtag mentre tutti, musei e siti, lavoratori e pubblico, torneranno alla normalità e al quotidiano. Chi lavora riprenderà a spolverare le collezioni e ad arrabattarsi con regolamenti antiquati e risorse insufficienti, chi visita non potrà fare altro che <a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/04/una-storia-vera-4.html" target="_blank">leggere didascalie</a> e <a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/04/una-storia-vera-3.html" target="_blank">contemplare oggetti</a>, almeno fino a quando non sarà la volta di <i>#portaungattoalmuseo</i>.</div>
</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-7800062063337811572014-04-14T10:18:00.000+02:002014-04-18T22:59:08.570+02:00Una storia vera 4<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJUPYJr5e4XfwLXtpQdIOhgcgJ7xoxTMv7YhS1i83VBzn16oUZn8HZA4m1A7EEZuH30WJPUioCfrXk2c2TSp_Qssh0ZKRCR-e-UhvBYSpucnaKeEA5fxCB2Zq35fODgYYR3RWhYIOJZEU/s1600/decadenza.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJUPYJr5e4XfwLXtpQdIOhgcgJ7xoxTMv7YhS1i83VBzn16oUZn8HZA4m1A7EEZuH30WJPUioCfrXk2c2TSp_Qssh0ZKRCR-e-UhvBYSpucnaKeEA5fxCB2Zq35fODgYYR3RWhYIOJZEU/s1600/decadenza.jpg" height="320" width="282" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Vietato pensare, ovvero le didascalie nei musei archeologici.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Abbiamo già detto che nei musei archeologici italiani è difficile trovare qualcosa da fare. Non puoi <a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/03/una-storia-vera-2.html" target="_blank">fotografare</a>, non puoi <a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/04/una-storia-vera-3.html" target="_blank">toccare</a>. Allora mettiamoci a leggere!</div>
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<br /></div>
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<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: start;">
Quarta e ultima puntata. Le altre puntate sono qui:</div>
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<a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/03/una-storia-vera-1.html" target="_blank">1 - ma voi nei musei che fate?</a></div>
<div style="text-align: start;">
<a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/03/una-storia-vera-2.html" target="_blank">2 - vietato fotografare!</a></div>
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<a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/04/una-storia-vera-3.html" target="_blank">3 - vietato toccare!</a></div>
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<br /></div>
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- - -</div>
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<br /></div>
La scena è questa: visita ad un grande museo, di quelli "storici"; pieni zeppi di capolavori, per intenderci.</div>
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Famiglia in solita formazione compatta a carovana. Percorso particolarmente ostico, il palazzo non è propriamente idoneo al passaggio dei nostri carriaggi, è tutto un fiorire di scivoli, rampe, scale servoassistite (ma ai passeggini non ci pensa proprio nessuno?) e altre diavolerie tecnologiche che mostrano tracce evidenti di scarsissimo utilizzo. Il museo è eccezionale, infiliamo un capolavoro dopo un altro. Una vera ubriacatura, che un po' ti inorgoglisce, un po' ti strema.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il tempo passa ... Ore di corridoi, stanze e stanzette in cui non si può fare altro che contemplare e leggere ci stanno trasformando in tanti Champollion in erba. Decifratori di una lingua morta, affascinante, enigmatica: il didascalese arcaico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ormai il pargolo grande (quello piccolo, ricordatelo, dorme, almeno per ora) riesce a capire e a districarsi nelle mille trappole di questo strano linguaggio, ma senza stele di Rosetta è impossibile comprendere le abbreviazioni esoteriche (ca. I a.C-I d.C.), gli arditi formulari esoterici (terzo quarto del quinto secolo), i messaggi cifrati (il corredo dell'inumato costituisce un <i>unicum</i>. Notevole è il nucleo di balsamari, gli askoi configurati e l'armilla vitrea).</div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco, qui non è stato facile:<br />
- "Papà, cos'è un inumato che vuol dire unicum perché è scritto in corsivo come è fatto il nucleo dei balsamari chi è che ha configurato l'askos?". Che l'armilla altro non sia che un braccialetto per fortuna lo capisce da solo: è l'unico oggetto di vetro in esposizione, e la logica, per fortuna, ce l'ha ancora intatta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Stremati, arriviamo di fronte all'ennesimo cartello. Questa volta niente laconici cartellini ma un'elegante placca bronzea, chiaramente ispirata ad un <i>Senatus Consultum</i> (all'aulico modello si deve certamente anche l'impaginazione fittissima, l'interlinea inesistente e la conseguente assoluta indecifrabilità).</div>
<div style="text-align: justify;">
Leggo: "l'edificio, ricostruito più volte nel corso dei secoli e sistematicamente distrutto in età post-antica ... " Prevengo le domande già in arrivo facendo strani cenni che rimandano a spiegazioni successive e proseguo rapidamente con la lettura:</div>
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: justify;">
" ... Per la sua realizzazione, si ricorda la partecipazione del coroplasta veiente ..."</div>
</div>
<div style="text-align: start;">
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<br /></div>
</div>
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: justify;">
Ora immaginatevi la scena: è esattamente in questo momento che il piccolo, che già da qualche minuto cercava di uscire dal sonno, interviene, stropicciandosi gli occhi e con la voce impastata:</div>
</div>
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: justify;">
"papà, dove è il colapasta vivente?"</div>
</div>
<div style="text-align: start;">
<br /></div>
<div style="text-align: start;">
- Sipario -</div>
<div style="text-align: start;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Questa era l'ultima parte ... ma continueremo a visitare musei, quindi restate in contatto!</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-44881989720928644862014-04-03T12:58:00.000+02:002014-04-14T10:19:49.172+02:00The shining<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghAx4GP99Ze9FvVtEHugS3eD8vZIIEo71t3xNWKqvht7CqtzUmhLB1dJAQciQeNdoOsBnhyphenhyphenHRyZP4ejhAhGniY9i5zlEAZ7Wd7AM9FuGb1ETWrnA4rn-9Lv6t6ZrNOnI8pNxFSbiSLXxs/s1600/yesthink.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghAx4GP99Ze9FvVtEHugS3eD8vZIIEo71t3xNWKqvht7CqtzUmhLB1dJAQciQeNdoOsBnhyphenhyphenHRyZP4ejhAhGniY9i5zlEAZ7Wd7AM9FuGb1ETWrnA4rn-9Lv6t6ZrNOnI8pNxFSbiSLXxs/s1600/yesthink.png" height="163" width="200" /></a>I musei che conosco<br />
e i musei che vorrei<br />
<a name='more'></a>I musei che conosco:<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYOwrYSKvp8K3RKhbhGgmoIowm_jFL9dmczBZDgqa7YTxUGP4l0wwx3YxWNpni35SxNJjNVjKLBelEy5xY7v71pKNRE_wz2OyP36dhWB4Gew4Pwvb0pVew8XGJij_zJronuJK5ZoxqNsw/s1600/nothink.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYOwrYSKvp8K3RKhbhGgmoIowm_jFL9dmczBZDgqa7YTxUGP4l0wwx3YxWNpni35SxNJjNVjKLBelEy5xY7v71pKNRE_wz2OyP36dhWB4Gew4Pwvb0pVew8XGJij_zJronuJK5ZoxqNsw/s1600/nothink.png" height="525" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
I musei che vorrei:<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhL9ehbaqd3z4imeWaUpXv_4GjCfC-uYY56j7tD1SYKJ89yv6dIWJLUHbiXTwSOqtT0W7ix1Jae66MMUXqgceku2wNbMnug-FLJ-lM7GBoM4hSX9qaMNO63dp3cFq1V6Tj4GU5Kw5475xo/s1600/yesthink.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhL9ehbaqd3z4imeWaUpXv_4GjCfC-uYY56j7tD1SYKJ89yv6dIWJLUHbiXTwSOqtT0W7ix1Jae66MMUXqgceku2wNbMnug-FLJ-lM7GBoM4hSX9qaMNO63dp3cFq1V6Tj4GU5Kw5475xo/s1600/yesthink.png" height="523" width="640" /></a></div>
<br />
<br />Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-66637037314317672972014-04-01T10:35:00.003+02:002014-04-14T09:56:37.047+02:00Una storia vera 3<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjzuOwrrbWxnZZ8Fd-cUgpw6pRaHZCKTFe8FRAJj9zUgwaxLmZ5fACyqn5umVzQMCCorBLQO8-mBvFn5QGwxGbJiQxEra7wuaLojCfIWlYdX6u9t5MrBLGi_TuoDEASF3X9Ab4WJLToGY/s1600/IMG_2926.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjzuOwrrbWxnZZ8Fd-cUgpw6pRaHZCKTFe8FRAJj9zUgwaxLmZ5fACyqn5umVzQMCCorBLQO8-mBvFn5QGwxGbJiQxEra7wuaLojCfIWlYdX6u9t5MrBLGi_TuoDEASF3X9Ab4WJLToGY/s1600/IMG_2926.JPG" height="320" width="275" /></a>Vietato toccare! Ovvero l'interazione negata.<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Avrete capito, leggendo i miei post dedicati ai musei (li trovate seguendo il tag una famiglia al museo nel tag cloud) che di musei, siti e mostre ne visito parecchi. Anche se la #museumweek è finita, continuo a postare per un po' su questo tema, perché credo che sia stata un'esperienza la cui memoria non va dispersa, e anche perché, come ultimamente avviene sempre più spesso almeno nella mia esperienza quotidiana, ormai ho capito che i confini fra lavoro e tempo libero, fra impegno e divertimento finiscono col sovrapporsi, anche quando meno te lo aspetti. E non mi meraviglio più se anche le domeniche di (relativo) relax alla fine sono cariche di ricadute professionali almeno quanto lo sono i giorni lavorativi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a name='more'></a></div>
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Rimane mitico in famiglia il racconto di una visita ad un museo, risalente ormai a qualche anno fa. Un giorno, visitando il museo Montemartini, fu subito evidente che il figlio grande (allora di 4 anni circa) alla contemplazione delle statue del tempio di Apollo Sosiano preferiva provare a rimettere in moto la centrale elettrica toccando praticamente ogni manovella esistente. Non fu facile farlo smettere, ma le occhiatacce dei custodi erano eloquenti ...</div>
<div style="text-align: justify;">
Altro museo, altro racconto. Meno mitico, perché più recente, ma altrettanto indimenticabile il ricordo del viso triste dello stesso bambino (e di tanti altri) che non vedeva l'ora di poter usare le ricostruzioni di un set completo di utensili preistorici (chiusi rigorosamente in vetrina). Bastava guardarlo negli occhi per capire il desiderio di scatenarsi immedesimandosi per una mezz'oretta in quei nomi che si imparano a scuola, fingere di essere un Neanderthal, un Cro-Magnon (o piuttosto cro-Mignon?), un agile australopiteco ...</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: start;">
<br />
<div style="text-align: justify;">
Era lo stesso bambino che, negli anni, ha giocato 1000 volte ad Explora e premuto tutti i bottoni e mosso tutte le leve di tutti i musei della scienza e della tecnica che capitavano a tiro; che ha addirittura preso in mano una stella marina e accarezzato uno squaletto in acquari in cui, toccando degli esseri viventi, ti insegnano a rispettare il mare (sorvegliati con un sorriso e accompagnati con delicatezza!).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ora, sarebbe il caso di capire quanto è crudele mostrare un oggetto ad un bambino, spiegargli come funziona e poi impedirgli di toccarlo. E quanto è stupido, inutile e sbagliato, perché senza toccare è impossibile capire la fragilità, imparare il rispetto, crescere consapevoli.</div>
<div style="text-align: justify;">
Molti musei offrono solo la possibilità di contemplare. E vietando (in modo esplicito o implicito non conta) ogni altra possibile interazione, dalla fotografia al tocco, finiscono col metterti a disagio, come quando vieni invitato a sederti in quei salotti con i divani ancora incellophanati.</div>
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E non vale certo solo per i bambini.</div>
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<br /></div>
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Terza puntata. Le altre puntate sono qui:</div>
<div>
<a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/03/una-storia-vera-1.html" target="_blank">1 - ma voi nei musei che fate?</a></div>
<div style="text-align: start;">
<a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/03/una-storia-vera-2.html" target="_blank">2 - vietato fotografare!</a></div>
<div style="text-align: start;">
<a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/04/una-storia-vera-4.html" target="_blank">4 - vietato pensare!</a></div>
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</div>
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<br /></div>
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<br />Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-60455155674350844252014-03-27T13:58:00.004+01:002014-04-14T09:56:22.037+02:00Una storia vera 2<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKBN0LK3m8sp9nIMOIaD6iSw1J6rrET_J2Y-Pg5jbZCxxMsGq1uvJQnl8-gZ2FbpoIHhlfIAqnbebFRfLUDyXW1P2yBdYoC9DmZWeIEwbaqWBl-LX59ueeF9gwlRfLq0K05fpbcNuE3_c/s1600/No_image_available.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKBN0LK3m8sp9nIMOIaD6iSw1J6rrET_J2Y-Pg5jbZCxxMsGq1uvJQnl8-gZ2FbpoIHhlfIAqnbebFRfLUDyXW1P2yBdYoC9DmZWeIEwbaqWBl-LX59ueeF9gwlRfLq0K05fpbcNuE3_c/s1600/No_image_available.png" height="200" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Vietato fotografare, ovvero la socializzazione negata. </i><a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/03/una-storia-vera-1.html" style="text-align: start;" target="_blank">Qui la prima parte</a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Pochi istanti dopo essere entrati in un museo archeologico, prima ancora di entrare in biglietteria, i visitatori già si trovano davanti il primo reperto: il divieto di fotografare.<br />
<br />
Dopo la lunga cerimonia di "togli i cappotti-poggiali sul passeggino senza svegliare il piccolo-metti questo nella borsa-hai visto il mio telefonino?-non ti allontanare" la famiglia si compatta nella fila di ingresso e si trova davanti il famigerato cartello. Le reazioni sono le più diverse:<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
- il grande, con la sua piccola scatolina blu elettrico agilmente legata al polso, non capisce. Non può capire cosa sia quella strana icona che rappresenta un pesante parallelepipedo grigio ferro con qualche bozza sporgente, figuriamoci se deve capire perché non si può usare la sua fichissima meraviglia digitale pronta a sparacchiare in giro 4000 foto o giù di lì. Per rispetto mi chiede: "Ma non riguarda anche me vero? E' solo per i grandi, quelli con quei cosi enormi a tracolla no? (indicando una comitiva di giapponesi)".<br />
Voi che cosa gli avreste risposto? Lui è abituato a fare così. Ogni cosa che vede, la fotografa (nella mia libreria di foto c'è una collezione di giocattoli, piedi e mani, oggetti di casa, lembi di paesaggio e altre cose sinceramente irriconoscibili, tutti rigorosamente sfocati). Non aspetta una risposta, fa spallucce e tira dritto. Io certo non lo fermo.<br />
- Alla mamma non interessa, lei è già partita per la prima sala. Abilissima fotografa, non ama particolarmente riprendere oggetti e reperti, se non per lavoro: "molto meglio comprare una cartolina no?". Infatti. Non c'è dubbio.</div>
<div style="text-align: justify;">
- Il papà si ricorda improvvisamente di una visita di ormai tanti anni fa a Villa Adriana, deturpata da orridi fogli di carta appiccicati praticamente ovunque (anche sui muri, n.d.r.), che intimavano: "vietato fotografare" con il consueto codazzo di norme di legge scritte in lillipuziano corsivo. Fortunatamente, almeno stando all'ultima visita, non ci sono più. Rimane l'orrendo ricordo del muro del Pecile - la prima, folgorante vista sul sito - deturpato da una serie infinita di fogli bianchi. Rimangono anche alcune innocenti foto dell'album di casa: semplici autoscatti di famiglia, fatti in barba ad un divieto incomprensibile.<br />
- Il piccolo, per fortuna, dorme beato.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Finché la prima cosa che si incontra in un museo sarà un cartello di divieto, quasi stessimo varcando i cancelli di un santuario o di una base militare, non ci potrà mai essere un rapporto vero e partecipato fra la cultura e il suo pubblico. Fotografare infatti non è più ormai solo un atto creativo, ma un gesto di socializzazione e condivisione che non è più possibile proibire in un paese moderno; lo ricordano a tutti le migliaia di tweet di questa intensa #museumweek, che portano in giro per il mondo in un istante innumerevoli immagini dai musei, splendide nella loro vitalità.<br />
Questa enorme partecipazione di pubblico e professionisti è nei fatti una vera campagna di disobbedienza civile nei confronti di un divieto così imbarazzante.<br />
<blockquote class="twitter-tweet" data-cards="hidden" lang="en">
Altro che notte dei musei e abuso dei volontari. Questa <a href="https://twitter.com/search?q=%23MuseumWeek&src=hash">#MuseumWeek</a> è la vera 'apertura straordinaria' dei musei! <a href="http://t.co/omVEapI2x3">pic.twitter.com/omVEapI2x3</a><br />
— Archeologia Digitale (@lad_unifg) <a href="https://twitter.com/lad_unifg/statuses/448732026104209408">March 26, 2014</a></blockquote>
Posso esprimere un desiderio?<br />
Vorrei tanto che lunedì, a conclusione della #museumweek, i cartelli che ammoniscono di non fotografare sparissero per sempre. O no, ancora meglio: come se fossero pezzi da museo li vorrei vedere in vetrina, magari corredati di una bella didascalia.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<b>Museo Nazionale di Vattelapesca</b></div>
<div style="text-align: center;">
1994-2014 d.C. ca.</div>
<div style="text-align: center;">
<i>Raro esemplare di strumento di costrizione mentale</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>diffuso nei musei e nei luoghi della cultura in Italia</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i>fra la fine del XX e i primi anni del XXI secolo.</i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><br />
</i></div>
<div style="text-align: center;">
Stampa su carta dietro plexiglass, cm. 26x19</div>
<div style="text-align: center;">
inv. 4324</div>
<br />
Seconda puntata. Le altre puntate sono qui:<br />
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/03/una-storia-vera-1.html" target="_blank">1 - ma voi nei musei che fate?</a></div>
<a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/04/una-storia-vera-3.html" target="_blank">3 - vietato toccare!</a><br />
<a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/04/una-storia-vera-4.html" target="_blank">4 - vietato pensare!</a><br />
<br />
<br />
<br />
<div>
<br /></div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-48101757444421239532014-03-25T16:40:00.003+01:002014-04-14T09:56:02.418+02:00Una storia vera 1<div style="text-align: left;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4wWQ0dUEmz5I-ky-RcYIBZuA5CoKnfCXpq-Qe8wRU22MfRsK2OXA1Qkdfvv4SZRxhnD01fdxZaHlMlE2lmOIqlUYQrSNevOvIKM-H0SKyKAiGxL_0aOE4B-xkNKP1KxwNLowRrVehy7o/s1600/nothink.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4wWQ0dUEmz5I-ky-RcYIBZuA5CoKnfCXpq-Qe8wRU22MfRsK2OXA1Qkdfvv4SZRxhnD01fdxZaHlMlE2lmOIqlUYQrSNevOvIKM-H0SKyKAiGxL_0aOE4B-xkNKP1KxwNLowRrVehy7o/s1600/nothink.png" height="262" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Se condividete il messaggio, diffondetelo!</td></tr>
</tbody></table>
Vietato fotografare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Vietato toccare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Vietato pensare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ovvero il pubblico dei musei archeologici italiani alla ricerca di qualcosa da fare fra divieti incomprensibili, interazione inesistente e informazioni tanto prolisse quanto inefficaci.</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="text-align: start;">In occasione della </span><a href="https://blog.twitter.com/it/2014/museumweek" style="text-align: start;" target="_blank">settimana dei musei su twitter</a><span style="text-align: start;"> (#museumweek)</span><span style="text-align: start;"> vi delizio con qualche post ispirato alle mie peregrinazioni fra i musei, i siti e le mostre d'Italia.</span><br />
<span style="text-align: start;">Per molti versi, una storia vera.</span><br />
<br />
<a name='more'></a>Premetto che non sono un esperto di musei (non credo che essere un archeologo implichi automaticamente il possesso di questa competenza). Premetto anche di conoscere -fortunatamente!- tanti luoghi che non somigliano affatto a quelli che mi hanno ispirato questo post e i successivi, e sono convinto che molti musei italiani (soprattutto quelli piccoli, e questo non stupisce) stiano facendo passi da gigante verso la modernizzazione, intesa nel senso più vero e profondo di coinvolgimento del pubblico.<br />
Premetto infine di non considerarmi un appassionato di musei: preferisco descrivermi come un visitatore qualunque, forse anche leggermente svogliato e distratto.<br />
Ah, dimenticavo. Raramente visito musei da solo. Normalmente sono con <a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/02/tutti-insieme-appassionatamente.html">famiglia al seguito</a>. Composta da:</div>
<div style="text-align: justify;">
- moglie che adora vedere fino all'ultimo oggetto/reperto/dipinto e perdersi nel bookshop (ove presente) alla ricerca di libri per i bambini (ove presenti).</div>
<div style="text-align: justify;">
- vivacissimo primogenito che dall'alto dei suoi (quasi) 9 anni curiosa ormai liberamente in giro.</div>
<div style="text-align: justify;">
- non dimentichiamo il piccolo, spesso addormentato grazie alla ormai proverbiale capacità (dei genitori) di far coincidere il momento della visita al museo/mostra con quello del pisolino.</div>
<div style="text-align: justify;">
- il carro delle masserizie, ovvero il passeggino, che oltre a contenere il piccolo, ospita un vasto repertorio di borse, giacche e zainetti, bottigliette d'acqua e avanzi di panini.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Praticamente un incubo per qualsiasi museo, almeno in Italia. Sapete, quando arrivi in un luogo pubblico con un passeggino non ti accolgono proprio con un sorriso ... Poi però ti rifai, perché ad esempio ottieni il privilegio che spetta a pochi eletti di venire accolto nel ventre dei più bei palazzi storici d'Italia e, attraverso porticine secondarie scricchiolanti, accedere alle stanze segrete in cui ci sono strani ascensori che normalmente hanno la peculiarità di portarti in un angolino fra due estintori nell'ultima sala dell'ultimo piano.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Per descrivere quello che è il mio stato d'animo dominante durante la visita ad un museo (non solo archeologico) italiano (ma non solo) preferisco farmi aiutare da un poeta, Paul Valery, e da una sua celeberrima citazione, utilizzata da Umberto Eco in un suo <a href="http://www.umbertoeco.it/CV/Il%20museo%20nel%20terzo%20millennio.pdf">saggio</a> che oggi è un classico della museologia. Non saprei mai trovare parole migliori per descrivere quella sensazione che mi pervade nel vedere imbalsamati, immobili e muti quegli oggetti che invece nascondono tanta vita e <a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/03/splendore-nellerba.html">tanta passione</a> e potrebbero raccontare tante storie.<br />
Se non la conoscete, leggetevela. Se invece la conoscete già, rileggetevela. Ne vale la pena, sembra scritta oggi, all'uscita da un museo ... </div>
<br />
<div class="page" title="Page 1">
<div class="layoutArea">
<div class="column">
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: 'TimesNewRomanPSMT'; font-size: 12.000000pt;">Non amo troppo i musei. Ve ne sono di ammirevoli, ma nessuno è delizioso. Le
idee di classificazione, di conservazione e utilità pubblica, che sono giuste e chiare,
hanno pochi rapporti con le delizie (...) Mi trovo in un tumulto di creature congelate,
ciascuna delle quali esige, senza ottenerla, l’inesistenza di tutte le altre (....) Davanti a
me si sviluppa nel silenzio uno strano disordine organizzato. Sono preso da un orrore
sacro. Il mio passo si fa religioso. La mia voce cambia, diventa un poco più alta che se
fossi in chiesa, ma meno forte di quanto non mi accada nella vita. Presto non so più
che cosa sia venuto a fare in queste solitudini cerate, che ricordano il tempio e il
salone, il cimitero e la scuola (....) Quale fatica, mi dico, quale barbarie! Tutto ciò è
disumano. Non è puro. Questo avvicinamento di meraviglie indipendenti e nemiche, e
tanto più nemiche quanto più si assomigliano, è paradossale (....) L’orecchio non
sopporterebbe dieci orchestre insieme. Lo spirito non può seguire molte operazioni
distinte, non ci sono ragionamenti simultanei. Ma ecco che qui l’occhio (...)
nell’istante in cui percepisce, si trova obbligato ad ammettere un </span><span style="font-family: TimesNewRomanPS; font-size: 12pt;">ritratto </span><span style="font-family: 'TimesNewRomanPSMT'; font-size: 12.000000pt;">e una
</span><span style="font-family: TimesNewRomanPS; font-size: 12pt;">marina</span><span style="font-family: 'TimesNewRomanPSMT'; font-size: 12.000000pt;">, una </span><span style="font-family: TimesNewRomanPS; font-size: 12pt;">cucina </span><span style="font-family: 'TimesNewRomanPSMT'; font-size: 12.000000pt;">e un </span><span style="font-family: TimesNewRomanPS; font-size: 12pt;">trionfo</span><span style="font-family: 'TimesNewRomanPSMT'; font-size: 12.000000pt;">, dei personaggi negli stati e posizioni più diversi, e
non solo, ma deve accogliere nello stesso sguardo armonie e modi di dipingere
incomparabili tra loro, (...) delle produzioni che si divorano tra loro (....) Ma la nostra
eredità ci schiaccia. L’uomo moderno, estenuato dall’enormità dei suoi mezzi tecnici,
è impoverito dallo stesso eccesso delle sue ricchezze (....)</span></i></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-family: 'TimesNewRomanPSMT'; font-size: 12.000000pt;">Un capitale eccessivo e
dunque inutilizzabile.</span></i></div>
<div style="text-align: left;">
<i><span style="font-family: 'TimesNewRomanPSMT'; font-size: 12.000000pt;"><br /></span></i></div>
Prima puntata. Le altre puntate sono qui:<br />
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/03/una-storia-vera-2.html" target="_blank">2 - vietato fotografare!</a></div>
<a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/04/una-storia-vera-3.html" target="_blank">3 - vietato toccare!</a><br />
<a href="http://www.passatoefuturo.com/2014/04/una-storia-vera-4.html" target="_blank">4 - vietato pensare!</a></div>
</div>
</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-74639166796766273342014-03-20T10:32:00.000+01:002014-03-20T10:32:41.475+01:00Ricomincio da tre<br />
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEvxLN8kBDilYxI04wAwNa02PoYIjrH39wPvPh4CZZ2pLfjJ7s6piTMvlgoNe5mK_T0l3xfIHXalC4M6225fk4kjCNkdrtexQGeV4s9L_YCz18CFj7_BlMSBdVD0OO_ieKWF3LQez8lCo/s1600/Living+heritage+kickoff.008.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEvxLN8kBDilYxI04wAwNa02PoYIjrH39wPvPh4CZZ2pLfjJ7s6piTMvlgoNe5mK_T0l3xfIHXalC4M6225fk4kjCNkdrtexQGeV4s9L_YCz18CFj7_BlMSBdVD0OO_ieKWF3LQez8lCo/s1600/Living+heritage+kickoff.008.png" height="240" width="320" /></a>Vi propongo una breve versione del mio intervento all'incontro di presentazione del progetto <a href="https://www.facebook.com/pages/Living-Heritage/285980534889861" target="_blank">Living Heritage</a> (Bari, 13 marzo 2014).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Un progetto che intende portare un po' di novità nel mondo della comunicazione per i beni culturali. E dal momento che non ci si può mica lamentare sempre, e che è invece molto meglio mettersi in gioco in prima persona, ecco a voi come mi immagino il ruolo delle Università, fra formazione e ricerca in questo nuovo modo (forse innovativo, auspicabilmente più vivo, sicuramente divertente), di fare archeologia. </div>
<a name='more'></a><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLeF5efe2sJY-rfoCq3i08sznN3yrky5lJgt3Qz_DWC71IdIWu3lmRgnNrBZHGMqeuxYPIjep-wNH7THP4LAQ6uyHkUPzWSkSNSOFkcG0lTE1LEg5Jt7u-nD4KA9gaJiqPSlJjhcU2nCo/s1600/Living+heritage+kickoff.001.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLeF5efe2sJY-rfoCq3i08sznN3yrky5lJgt3Qz_DWC71IdIWu3lmRgnNrBZHGMqeuxYPIjep-wNH7THP4LAQ6uyHkUPzWSkSNSOFkcG0lTE1LEg5Jt7u-nD4KA9gaJiqPSlJjhcU2nCo/s1600/Living+heritage+kickoff.001.png" imageanchor="1" style="clear: right; display: inline !important; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLeF5efe2sJY-rfoCq3i08sznN3yrky5lJgt3Qz_DWC71IdIWu3lmRgnNrBZHGMqeuxYPIjep-wNH7THP4LAQ6uyHkUPzWSkSNSOFkcG0lTE1LEg5Jt7u-nD4KA9gaJiqPSlJjhcU2nCo/s1600/Living+heritage+kickoff.001.png" height="240" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Tutti dicono che, nel campo dei beni culturali, servono tante cose nuove. C'è chi invoca politiche nuove, chi auspica nuovi modelli di business, chi ammonisce della necessità di fare rete. Living Heritage si è affidato a dei manifesti (a breve ne discuteremo sulla <a href="https://www.facebook.com/pages/Living-Heritage/285980534889861" target="_blank">pagina Facebook</a>).</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma se c'è una cosa su cui tutti (me compreso) concordano, è la necessità di nuovi rapporti fra gli attori di questo scenario. </div>
<div style="text-align: justify;">
Che si fa allora? Ovviamente una bella festa di fidanzamento.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRJkaNPcJ3PUg3j3o4HfIUhmLPF8kNVBjOzhgBPDf4n1XThGl7QohszsVYeR1wr49vALIz7lbUr17-gg0oqsjJkiaKUdZnaD_MIc286AIo-V1HT0L9zLf82ubcbc8K-I6xZiNvZUPCW7s/s1600/Living+heritage+kickoff.003.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRJkaNPcJ3PUg3j3o4HfIUhmLPF8kNVBjOzhgBPDf4n1XThGl7QohszsVYeR1wr49vALIz7lbUr17-gg0oqsjJkiaKUdZnaD_MIc286AIo-V1HT0L9zLf82ubcbc8K-I6xZiNvZUPCW7s/s1600/Living+heritage+kickoff.003.png" height="240" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Se i beni culturali sono una fondamentale prospettiva di sviluppo e da noi non si sviluppa granché, probabilmente bisogna cercare i punti in cui il meccanismo si inceppa ... </div>
<div style="text-align: justify;">
... e risolverli. </div>
<div style="text-align: justify;">
Come archeologo posso suggerire alcuni di questi punti, ben evidenti (direi a chiunque abbia un po' di buon senso, non certo solo ai 'tecnici' o agli 'addetti ai lavori') nel rapporto fra formazione, valorizzazione e prospettive occupazionali.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrWYq3K2s_F50Y0h6FBzB9F2yYvD7BmG3BPdFVqr3aVAxXYrVG7IdMbvUr8Yxf8DI3GMIrbLh0W1gDDe9SWymvQXFiSFY_gx_rAsbMZO-0jaknzjM52YT1irDEw9F55cN9ttROEMm9Wm8/s1600/Living+heritage+kickoff.004.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrWYq3K2s_F50Y0h6FBzB9F2yYvD7BmG3BPdFVqr3aVAxXYrVG7IdMbvUr8Yxf8DI3GMIrbLh0W1gDDe9SWymvQXFiSFY_gx_rAsbMZO-0jaknzjM52YT1irDEw9F55cN9ttROEMm9Wm8/s1600/Living+heritage+kickoff.004.png" height="240" width="320" /></a></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Cominciamo. Parliamo di archeologia? Ecco alcune delle mie definizioni preferite. Sapete trovare quella giusta? O sono tutte giuste? Comunque sia, l'archeologia, stando a chi la definisce, può essere tante cose diverse, ma in fin dei conti si tratta solo di studio, divertimento, ricerca. </div>
</div>
<div>
Lavoro, questo mai.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0ctyO8XlvMSqnrkhATSRtW_9Z3Q9tYy5MNm-8aE1SRVUnsxwHL2onfU4_NjYbGTS7l5OvJftBEKuxeaHh6BkNj3Prp1yyTIoEe6RLx0qQPpvok2L5DIjTSGYUyTc-ODHpFw4rrLmi0CE/s1600/Living+heritage+kickoff.005.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0ctyO8XlvMSqnrkhATSRtW_9Z3Q9tYy5MNm-8aE1SRVUnsxwHL2onfU4_NjYbGTS7l5OvJftBEKuxeaHh6BkNj3Prp1yyTIoEe6RLx0qQPpvok2L5DIjTSGYUyTc-ODHpFw4rrLmi0CE/s1600/Living+heritage+kickoff.005.png" height="240" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le vignette sono di Francesca Giannetti</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Ed è esattamente questo che insegniamo all'Università: a studiare per diventare (o almeno provarci) ricercatori (quanto alla definizione 2, fate voi ...). Lo facciamo cullando gli studenti in un ambiente irenico, senza aiutarli a trovare un lavoro, e senza insegnare loro come connettersi con il mondo reale; quello fatto di relazioni, professioni, opportunità. Il mondo del lavoro e quello, più vasto e degno di un'economia evoluta, di un utilizzo creativo, inedito e moderno, delle competenze.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF3gq9NN_7QHLURIS4hdCqmiI0-F_UIM__EHuajDA4BqOyWoVpHJqsK6ZCIHE-m-gs0voYqLnNXtGTkpoCS-3q_6tv7J4YsH543L_HJMzjpbp8oVyuzunnPKUh-AUlF6H1XOwHsA2R3uo/s1600/Living+heritage+kickoff.006.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF3gq9NN_7QHLURIS4hdCqmiI0-F_UIM__EHuajDA4BqOyWoVpHJqsK6ZCIHE-m-gs0voYqLnNXtGTkpoCS-3q_6tv7J4YsH543L_HJMzjpbp8oVyuzunnPKUh-AUlF6H1XOwHsA2R3uo/s1600/Living+heritage+kickoff.006.png" height="240" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
A questo punto qualcuno dirà "Ma no, non è vero! Ci sono le tecnologie, e corsi di studio specifici. L'archeologia è cambiata". </div>
<div style="text-align: justify;">
...</div>
<div style="text-align: justify;">
E' vero, Ci sono corsi che insegnano a usare le tecnologie. Ma ancora una volta lo fanno per lo studio e per la ricerca. Per aumentare la conoscenza. Ma gli archeologi, anche quelli ipertecnologizzati, che fanno quando hanno finito di studiare, se non vogliono (e visto che non possono) fare ricerca? Quei famosi archeologi '<a href="http://iltorodifalaride.wordpress.com/2014/03/13/abbiamo-bisogno-di-archeologi-medi/" target="_blank">medi'</a> a cui non pensa nessuno che cosa trovano una volta finiti gli studi?</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqedm7eeWK_m9aJ_ubJM3MFL4yyMT_6AkazaM6JzGTM4DxV5PQ-y4ciz4hc3A9yI99NPRhmc00WZ2iH3V571gdK__sKUWAm1fe0kPlICSZbHypzbAFTFXEbkGj-KpdZxvLxEQ4XdZJylg/s1600/Living+heritage+kickoff.007.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqedm7eeWK_m9aJ_ubJM3MFL4yyMT_6AkazaM6JzGTM4DxV5PQ-y4ciz4hc3A9yI99NPRhmc00WZ2iH3V571gdK__sKUWAm1fe0kPlICSZbHypzbAFTFXEbkGj-KpdZxvLxEQ4XdZJylg/s1600/Living+heritage+kickoff.007.png" height="240" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Trovano un mondo fatto così:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="text-align: justify;">- un lavoro umiliante, sottopagato, fuori da ogni logica di mercato.</span><br />
<span style="text-align: justify;">- una professione, ancora oggi, inesistente. </span><br />
<span style="text-align: justify;">- una politica che preferisce intervenire a pioggia con bandi di tirocinio invece di spingere verso l'indipendenza.</span><br />
<span style="text-align: justify;">- una valorizzazione che da noi stenta a diventare un sistema, ma che altrove è una vera e propria industria. Dinamica, moderna, efficace.</span><br />
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<span style="text-align: justify;"><br /></span></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
- - - - -<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma che cosa possiamo fare adesso? Certo, potremmo riformare la formazione (bella questa ...), ma, a parte il fatto che lo abbiamo già fatto solo una decina di anni fa, ci toccherebbe aspettare altri dieci anni per vedere i primi effetti. Ma di questo passo fra dieci anni l'archeologia sarà sparita, e non parlo di muri crollati e affreschi rubati, ma del dissolvimento di una intera generazione di archeologi.<br />
<br />
Allora, invece di ricominciare da zero, non sarebbe meglio, molto meglio, ricominciare da quelle 'tre cose che ci sono riuscite nella vita', ovvero dalle competenze, dalle conoscenze e dalle professionalità dei nostri archeologi?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco il motivo della nostra appassionata partecipazione a questo progetto: dimostrare come i professionisti che formiamo (che sono tali anche se non riconosciuti ...) possono diventare il carburante necessario a far muovere i macchinari di una moderna industria creativa.</div>
<div style="text-align: justify;">
La logica della co-creazione e della co-progettazione proposta da Living Heritage sembra infatti perfetta per mettere in moto un meccanismo inedito che sappia immaginare forme di interazione fra patrimonio e pubblico che non “anche se”, ma piuttosto “proprio perché” consapevoli e rispettose della dimensione scientifica, risultino dinamiche, coinvolgenti e moderne.<br />
<br /></div>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="360" src="//www.youtube.com/embed/TcoKJedJuVA?rel=0&vq=hd720" width="640"></iframe><br /></div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-12616415022721837762014-03-06T17:05:00.000+01:002014-03-11T17:13:51.338+01:00Splendore nell'erba<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV9swOcbJiPSAaorEGn9_Yxfcdhj773K_58SoJYpn7EnxsPrDFFHnAP3BWOwBxW3wQovPKhqhUf_U7aHlRMeUph4nj5e624XiiWaZbcWC0IOfZ0NHfYo_N4_FvkXokZBDYTvH-dtrWz80/s1600/scavino.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV9swOcbJiPSAaorEGn9_Yxfcdhj773K_58SoJYpn7EnxsPrDFFHnAP3BWOwBxW3wQovPKhqhUf_U7aHlRMeUph4nj5e624XiiWaZbcWC0IOfZ0NHfYo_N4_FvkXokZBDYTvH-dtrWz80/s1600/scavino.jpg" height="198" width="200" /></a></div>
1993 o 1994. Gli anni in cui si era giovani, ma giovani davvero, come lo si può essere solo a 20 anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quell'anno era timidamente apparso, in una grigia bacheca in un corridoio poco illuminato del Dipartimento di Scienze dell'Antichità (o come lo si chiamava, semplicemente "antichistica") un foglio -data l'epoca rigorosamente dattiloscritto - che, in mezzo ad avvisi di esami, programmi, ricevimenti e convegni, annunciava una riunione organizzativa per uno scavo archeologico. E svelava l'esistenza di un Laboratorio di Archeologia. Ovviamente ci andai, e tutto cambiò repentinamente.<br />
<a name='more'></a><br />
Fu il mio primo scavo. Dove fosse non conta. Andata e ritorno in giornata. Due settimane passate a spolverare il (presunto) piano pavimentale di un (a molti ma non a me) evidente insediamento abitativo palesemente (sempre a molti ma non a me) preromano.<br />
Intorno erano le colline dell'entroterra, il paesaggio deserto, i muretti a secco, a tratti l'erba verde dei pascoli. E in mezzo un piccolo cantiere. Disperso nel nulla, un piccolo scavo quadrato di pochi metri di lato, fieramente recintato con un nastro bianco e rosso. Non ho molti ricordi di quel breve e piccolo scavo, ma una cosa non la dimenticherò mai: i colori. Quei colori che se fai l'archeologo ti accompagneranno nella vita: il marrone scuro della terra, il grigio impalpabile della polvere, il bianco lucido delle pietre, il rosa ruvido dei laterizi e della ceramica. E i colori degli strumenti. Fai presto ad imparare che i treppiedi (e a volte gli strumenti ottici) saranno sempre gialli, i secchi quasi sempre neri (più raramente rossi), le carriole verdi (con un raffinatissimo gioco cromatico con i cerchioni e i manici, elegantemente colorati, ma sempre, rigorosamente, di nero, giallo o rosso).<br />
<br />
Cambiò tutto l'anno successivo (ma non i colori!): nuovo scavo, nuovi luoghi, nuovi paesaggi. Enorme cantiere didattico internazionale, un centinaio di studenti, un affascinante mix fra un raduno paramilitare, un campo scout e una gita scolastica lunga 2 mesi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Fu allora che l'archeologia, improvvisamente ed inaspettatamente divenne passione, luogo eletto dello stare insieme, del condividere, del crescere. Iniziare una vita diversa, affacciarsi a lavori e compiti nuovi era affascinante e travolgente per chi come me l'amore per l'antichità ce l'aveva da sempre, ma non riusciva a circoscriverlo nei margini dello studio delle lingue classiche, della filologia e della storia antica. Si cercava nella terra un legame più denso e vero con il passato, lavorando fianco a fianco con quelli che sarebbero diventati gli amici di una vita: insieme abbiamo provato in prima persona il fascino della fatica condivisa, la gioia della scoperta, il piacere della stanchezza, la rabbia per gli scempi. Nel pieno della passione avremmo voluto scavare tutto. Conoscere tutto, documentare tutto e ricostruire tutto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<span style="text-align: start;"><i>
</i>E oggi che cosa rimane? La consapevolezza che probabilmente tutti i problemi dell'archeologia si possono ricondurre all'incapacità di proporre un modello credibile a chi vuole credere nella propria passione, ma non può restare ventenne a vita.</span><br />
<span style="text-align: start;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<i><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 17px; text-align: start;">Perché a vent' anni è tutto ancora intero, perchè a vent' anni è tutto chi lo sa,</span></i></div>
<i></i><br />
<span style="text-align: start;"></span><br />
<div style="text-align: center;">
<i><i><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 17px; text-align: start;">a vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell' età.</span></i></i></div>
</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-31238835575372419162014-02-25T16:41:00.000+01:002014-03-25T15:44:32.024+01:00Tutti insieme appassionatamente<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-kNZzYOVMVgtdslJPKdIM2VfbhKfK5h7k5BbdBSMHyrjqckiCb1tqiFznNVIYRW5AKuD7dAislBffmDHTfoUQK-7D01WZ_-v9POVbQgadaqzp0nAmyt7itQ3eB6oNaq5we0ZoBMwN21I/s1600/blackboard.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-kNZzYOVMVgtdslJPKdIM2VfbhKfK5h7k5BbdBSMHyrjqckiCb1tqiFznNVIYRW5AKuD7dAislBffmDHTfoUQK-7D01WZ_-v9POVbQgadaqzp0nAmyt7itQ3eB6oNaq5we0ZoBMwN21I/s1600/blackboard.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Weekend romano, splendida giornata dopo una nottata di pioggia. La famiglia si sveglia tutto sommato presto e inizia la spasmodica ricerca di qualcosa da fare: fra le tante suggestioni e proposte, l'occhio esperto degli archeologi di famiglia cade su un evento: visita guidata per i bambini al Museo Pigorini. Lo ammetto pubblicamente, non ci sono mai stato; da buon epigrafistacristianistatardoantichistamedievista lo avevo sempre snobbato (roba strana quella ...) a favore dell'attiguo, più adatto (a me) Museo dell'Altomedioevo.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Col figlio grande che studia la preistoria a scuola in questi giorni e il piccolo che ha con i suoi coetanei la socialità di un Neanderthal (provate a toglierli un giocattolo e capirete cosa intendo), la visita si impone.</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="twitter-tweet" data-cards="hidden" lang="en">
Oggi, con la famiglia, visita al Pigorini. Ore 15.30 visita guidata per i bambini. Una fantastica bolgia! <a href="http://t.co/ZmNFgm5X9m">pic.twitter.com/ZmNFgm5X9m</a><br />
— Archeologia Digitale (@lad_unifg) <a href="https://twitter.com/lad_unifg/statuses/437236624083406848">February 22, 2014</a></blockquote>
Il pomeriggio si trasforma in una lunga e appassionante visita ad un luogo pieno di fascino e di strani oggetti, spiegati con una pazienza ed una competenza senza pari da un'archeologa preparatissima e decisamente brava nel trasformare una situazione potenzialmente esplosiva in un momento di partecipazione e di crescita. Per tutti, bambini e (forse anche di più) adulti 'accompagnatori'.<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="en">
Oggi al Pigorini visita dedicata ai più piccoli. Presenti un centinaio di archeologi in fasce. Ma che gli fa l'archeologia ai bambini?<br />
— Archeologia Digitale (@lad_unifg) <a href="https://twitter.com/lad_unifg/statuses/437240260469456897">February 22, 2014</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>Dopo la visita guidata, un breve giro fra le bellissime collezioni etnografiche con un occhio alle architetture della struttura che ospita il museo, il Palazzo delle Scienze, che da solo merita una visita (guardatevi il pavimento della grande sala al primo piano ...) e decisamente la stanchezza si fa sentire:<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="en">
Ci sono voluti milioni di anni per conquistare la postura eretta. Dopo 3 ore di museo necessaria rapida regressione a postura almeno seduta.<br />
— Archeologia Digitale (@lad_unifg) <a href="https://twitter.com/lad_unifg/statuses/437276129465221120">February 22, 2014</a></blockquote>
<div style="text-align: center;">
- - - - </div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
Di ritorno a casa pensavo al pomeriggio appena trascorso: un bel museo, dignitoso, senza fronzoli, che mostra con orgoglio tutta la sua età: un museo vivo, un luogo da consigliare, un luogo dove tornare. Certo, mancano tante cose: manca un bar, ad esempio, in un contesto come l'EUR, in cui il sabato pomeriggio trovare dell'acqua è più difficile che su Marte.<br />
<br />
Ma in fondo non è questo il punto. Sono altre le cose che mi hanno colpito:</div>
<div style="text-align: justify;">
1. La prima cosa che vedi in un museo è un cartello in cui si ammonisce, nel linguaggio universale delle icone, che è vietato fotografare e fare riprese. Il che implica, almeno nel nostro anno di grazia 2014, che è vietato condividere con l'esterno qualcosa che non sia puro testo (a proposito, se proprio ci tenete, forse le icone andrebbero aggiornate, nessuno nel XXI secolo gira con addosso qualcosa di neanche lontanamente simile alla videocamera DV che svettava severa sul cartello ...). Non l'ho fotografato (beh, una foto una mi è scappata ...), preso dal sacro timore del rimprovero davanti ai miei figli, anche se poi non mi è chiaro se nei musei del Regno, a parte i reperti, almeno i cartelli si possano fotografare ... Toglietelo quel cartello, non si può accogliere il pubblico vietando qualcosa, e soprattutto fatevi aiutare a promuovere il vostro museo. Non posso sentirmi in colpa solo perché voglio condividere una bella esperienza!<br />
<br />
2. Mentre seguivo la folla dei visitatori che cosa vedo con la coda dell'occhio in un angolo, ma proprio in un angolo, in una vetrina scomoda, discreta fino ad essere anonima?<br />
La fibula prenestina. Sì, proprio quella, l'unica, originale (o falsa che sia) fibula, su cui si sono versati fiumi d'inchiostro nel secolo scorso. Mentre la folla si dirige a vedere altre sale e altri oggetti, immaginatevi l'epigrafistacristianistatardoantichistamedievista, in preda ad una strana stretta al cuore, soffermarsi alcuni lunghi minuti a guardare l'oggetto. Per poi correre a cercare mamma e figlio grande (il piccolo Neanderthal ha ceduto, dorme nel passeggino) per leggere insieme l'iscrizione. Non sarà la Gioconda certo, ma possibile che non si riesca a valorizzare un po' meglio un oggetto così controverso e affascinante?<br />
<br />
3. Ho pagato 9€. Biglietto intero per mia moglie, ridotto per me e gratis per i bambini. Alla soddisfazione immediata per il risparmio (la visita è costata esattamente come lo spostamento in Metro fino all'EUR) si è presto affiancata la sensazione che sia sbagliato il messaggio che la cultura è gratuita. Perché? Perché è troppo facile lamentarsi che i siti archeologici cadono a pezzi e che i musei rimangono chiusi quando poi ci si entra (quasi) gratis. E diventa magicamente facile rallegrarsi delle aperture straordinarie, magari grazie all'impegno di qualche volontario. Avrei preferito un cartello (anche appiccicato con lo scotch sopra l'odioso invito a non fotografare) con i costi dell'operazione-visita-per-i-bambini. In cui si spiegasse, senza retorica, senza lamentele, ma con la sola forza della ragione, che tenere un museo aperto costa, che una visita per i bambini costa, che soprattutto il lavoro di una guida seria, appassionante e motivata, costa. Che con un po' di risorse in più si possono organizzare laboratori, esperimenti, attività didattiche.<br />
Per esempio per far toccare, oltre che vedere ed ascoltare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Il ricordo più bello di questo pomeriggio è infatti proprio la voce della guida, instancabile nel porre domande ai bambini e nel mediare le risposte. E' in questi (apparenti) dettagli che si trova la risorsa (inesauribile e sostenibile) del nostro patrimonio. Non è il Bello, non è l'Arte, non è la Gloria-degli-antichi-fasti o il Predominio-mondiale-dell'Italia-nei-beni-culturali, ma la passione e le competenze. E negli stessi (apparenti) dettagli si trova il problema principale, che non è la vetustà o l'inadeguatezza delle strutture, ma l'incapacità di valorizzare quella passione e quelle competenze e trasformarle in occasioni di professione, occupazione e crescita.</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-42579601510929471192014-02-12T18:24:00.000+01:002014-03-11T17:14:26.485+01:00I bambini ci guardano<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvR47nuqd-m3FJKJSpf80g5ILscEvMFhDbpB2QWD8BY58OpiManNnKIGQ1wvZ3rcYJQD4uYNh-tMETmAYD_uAHeZQv7Ml-UquuK7L7zfUMSV8mq25kRli7p3_yJGYsoEZo8zJjFhoQteA/s1600/bimbo.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvR47nuqd-m3FJKJSpf80g5ILscEvMFhDbpB2QWD8BY58OpiManNnKIGQ1wvZ3rcYJQD4uYNh-tMETmAYD_uAHeZQv7Ml-UquuK7L7zfUMSV8mq25kRli7p3_yJGYsoEZo8zJjFhoQteA/s1600/bimbo.png" height="200" width="172" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">da un disegno di Francesca Giannetti</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
- Papà, che cosa vuol dire a-na-sti-lo-si?</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>(ma non stava leggendo Topolino? Devo ricordarmi di controllare meglio i libri che girano per casa ...)</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
- Vuol dire ricostruire i monumenti pietra su pietra, come si faceva fino a qualche tempo fa sui siti archeologici, e come, in alcuni casi, si fa ancora oggi ...</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>(considerata la domanda a bruciapelo, </i><i>mica male la risposta, no?)</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<a name='more'></a><br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- E perché si fa? <i>(tipetto insistente mio figlio ...)</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Perché agli archeologi viene sempre l'idea di ricostruire i monumenti. <i>(bella risposta, bravo!)</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- E perché allora non la fanno sempre l'a-na-sti-lo-si, allora? <i>(e dalli ...)</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Perché non sempre si trovano tante pietre dei vecchi monumenti, e poi sono pesantissime e non si riesce sempre a spostarle. <i>(vero, no?)</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Però le idee vengono lo stesso, no? Anche se non hanno tutte le pietre e se non riescono a spostarle.<i>(arguto il ragazzino!)</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Certo. Però in questo caso non ricostruiscono per davvero e le loro idee si devono accontentare di descriverle e disegnarle. <i>(vai, vecchio mio, che non perdi un colpo!)</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ma tanto oggi tu usi il computer no? Ricostruisci tutto, e non hai bisogno di spostare nemmeno una pietra! (<i>e ora? Proviamo così)</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ricostruire non è mai facile, anche se usiamo il computer. Certo i computer non spostano le pietre dei monumenti, ma creano comunque delle idee. E le idee, esattamente come le pietre, sono difficili da spostare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-54998856960716449272014-01-30T17:32:00.001+01:002014-03-11T17:14:33.792+01:00Da qui all'eternità<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBBKFMtNB_ztIb902fUorHJcqYU_TSQt9BLlTCL450YAEoZV-D26VGcSjW0yLgRnnn3gxSDRHHAOvlwWnPUkkBr7SBvEhk3Q8hDOzoPeOeEbXiu_WmCXM-8Fb-L5SfBsmL_OfhY8vZO48/s1600/capolettera_n.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 0.5em; margin-right: 0.5em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBBKFMtNB_ztIb902fUorHJcqYU_TSQt9BLlTCL450YAEoZV-D26VGcSjW0yLgRnnn3gxSDRHHAOvlwWnPUkkBr7SBvEhk3Q8hDOzoPeOeEbXiu_WmCXM-8Fb-L5SfBsmL_OfhY8vZO48/s1600/capolettera_n.png" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
el mondo antico non esistevano luoghi o cose banali. E' uno degli assiomi dell'archeologia, o se volete un ritornello popolare a tutti noto. Era un mondo favoloso, quello, in cui ogni oggetto rappresentava una cultura, ogni azione lasciava una traccia e ogni evento segnava un'era.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quelli sì che erano giorni formidabili! A noi archeologi, che viviamo una condizione di banalità tutta assolutamente contemporanea, non resta che studiare, sognare e immaginare i bei tempi andati in cui tutto era vivo, splendente e importante. E' infatti evidente e noto a tutti che ...<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Un sito archeologico</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">è sempre un'importantissima testimonianza.</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Un nodo viario invece</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">è difficile che non sia cruciale.</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Una città, un villaggio o una stazione di posta poi</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">sono sempre collocati in punti nevralgici</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">di reti di comunicazione</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">ampie e articolate.</span></div>
<div style="font-size: 16px; min-height: 19px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;"></span><br /></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">D'altronde</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">il diffondersi di un fenomeno</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">è sempre capillare</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">come del resto </span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">una ristrutturazione</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">non può non essere profonda</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">soprattutto se interessa</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0px;">un edificio</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">di straordinaria importanza,</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">magari dotato di</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">un impianto decorativo</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">di eccezionale qualità e fattura.</span></div>
<div style="font-size: 16px; min-height: 19px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;"></span><br /></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Ci sono stati poi periodi in cui</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">ogni cambiamento</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">è stato determinante</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">per gli assetti globali dei periodi successivi.</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">E i mutamenti sono stati</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">a volte radicali</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">spesso durevoli,</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">raramente risolutivi.</span></div>
<div style="font-size: 16px; min-height: 19px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;"></span><br /></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Per non parlare dei periodi di crisi,</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">drammatici ed epocali,</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">cui normalmente (ma non sempre) fanno seguito</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">diffuse rifunzionalizzazioni</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">imponenti rifacimenti</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">estesi rimaneggiamenti</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">vaste riorganizzazioni</span></div>
<div style="font-size: 16px; min-height: 19px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;"></span><br /></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">repentine decadenze</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">brusche evoluzioni</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">lunghi assestamenti</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">lenti adattamenti</span></div>
<div style="font-size: 16px; min-height: 19px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;"></span><br /></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">decisive trasformazioni</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">fondamentali variazioni</span></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">completi stravolgimenti</span></div>
<div style="font-size: 16px; min-height: 19px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;"></span><br /></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0px;">definitivi abbandoni.</span></div>
<div style="font-size: 16px; min-height: 19px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;"></span><br /></div>
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">- - - - - -</span></div>
<div style="font-size: 16px; min-height: 19px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;"></span><br /></div>
<br />
<div style="font-size: 16px;">
<span style="letter-spacing: 0.0px;">Continuate voi ...</span></div>
</div>
<br />
<br />
<br />
<br />Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-25739482043506976242014-01-09T15:09:00.001+01:002014-11-27T12:42:38.388+01:00Oltre il giardino<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWXOz0gtYqlS7gqLsx-4czE3APWf4bSCOlkk37mN07EM0m8C6AuEJp2C63AiW2w0s0bS6EIsm2BZpi4Apck2ImAwdW4KF27_7wJYR_IeHfEkeboCas-qkEX2Dt7k4KWhwSG76f82ztIcE/s1600/37021_648441978511835_348562808_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWXOz0gtYqlS7gqLsx-4czE3APWf4bSCOlkk37mN07EM0m8C6AuEJp2C63AiW2w0s0bS6EIsm2BZpi4Apck2ImAwdW4KF27_7wJYR_IeHfEkeboCas-qkEX2Dt7k4KWhwSG76f82ztIcE/s1600/37021_648441978511835_348562808_n.jpg" height="281" width="320" /></a></div>
<a href="http://500no.wordpress.com/" target="_blank">Sabato 11 gennaio</a> il popolo dei professionisti dei bbcc scende in piazza per manifestare ma soprattutto per proporre (#500no, #11G).<br />
<br />
Con questo post porto (pur in contumacia) la mia personale adesione alla protesta, come in generale al movimento che si batte per ottenere il #riconoscimento alle professioni nei bbcc ...<br />
<a name='more'></a>Chi segue questo blog sa bene che per me questo tema è fondamentale, anzi è IL tema intorno a cui ruota ogni ipotesi efficace e sostenibile di rinnovamento nei bbcc. Un tema [che dovrebbe essere] strategico per chi, come me, fa parte del mondo della ricerca e della formazione universitaria. <span style="text-align: start;">Collegare formazione e lavoro dovrebbe essere infatti un costante imperativo morale; forse l'unico in grado di ridare alle Università, anche nei bbcc, il ruolo di driver di innovazione e sviluppo, come succede in altri settori. </span>Eppure la ormai inarrestabile richiesta di riconoscimento per le professionalità dei bbcc sembra lasciare indifferente il mondo dell'Università, sicuramente corresponsabile dello scollamento fra ricerca, formazione e lavoro. Sembra che le Università italiane siano sempre più afone, perse nel labirinto di riforme tanto lunghe quanto inutili, sfibrate e prive di energie, incapaci di rivendicare il proprio ruolo nel paese, e spiegare che lo scandalo non è che abbiamo il <a href="http://www.passatoefuturo.com/2013/06/intrigo-internazionale-aggiornamento.html" target="_blank">patrimonio culturale più grande del mondo</a> e non sappiamo sfruttarlo, ma che non formiamo più professionalità (forse non le abbiamo mai formate, ma questo è un altro discorso ...) e nemmeno più coscienze.<br />
<div>
<blockquote class="twitter-tweet" lang="en">
Altro che Rinascimento, ai beni culturali serve il <a href="https://twitter.com/search?q=%23Riconoscimento&src=hash">#Riconoscimento</a><br />
— Archeologia Digitale (@lad_unifg) <a href="https://twitter.com/lad_unifg/statuses/402790895546036224">November 19, 2013</a> </blockquote>
</div>
<div>
<span style="text-align: start;">Purtroppo oggigiorno le cose sembrano seguire una direzione diametralmente opposta, in un lento moto inerziale verso il disordine, la frammentarietà, l'inutilità. Emblematico di questa situazione è il recente </span><a href="http://www.passatoefuturo.com/2013/12/la-dolce-ala-della-giovinezza.html" target="_blank">bando</a><span style="text-align: start;"> </span>"selezione di cinquecento giovani laureati da formare, per la durata di dodici mesi, nelle attività di inventariazione e di digitalizzazione del patrimonio culturale italiano, presso gli istituti e i luoghi della cultura statali", meglio noto con l'<span style="text-align: start;">affettuoso soprannome </span><span style="text-align: start;">"500schiavi" con il quale è ormai identificato </span><span style="text-align: start;">nei social network (a testimoniare come, oltre ad indignarsi e reagire, i professionisti dei bbcc hanno imparato alla perfezione anche la sottile arma dell'ironia).</span><br />
Dal mio punto di vista (di ricercatore, formatore ed archeologo) questo bando è una operazione al tempo stesso deprimente e devastante che mette in evidenza tutte le criticità del sistema bbcc in Italia, riassumibili in un unico semplice interrogativo: <i>ha ancora senso in Italia continuare a insegnare archeologia (storia dell'arte, ecc. ecc.)?</i><br />
<div>
Un interrogativo che riassume una serie ben più disordinata di questioni: <i>che senso ha formare figure professionalmente non riconosciute?</i> <i>Che senso ha sperimentare metodologie e tecniche che non lasceranno mai i laboratori e che nessuno potrà mai applicare nel suo lavoro? </i><i>Che senso ha, se poi tutto ciò che i nostri laureati possono attendersi è un ambiguo concorso di formazione-lavoro-stage-volontariato finalizzato ad una fantomatica digitalizzazione del patrimonio culturale?</i><br />
E' il messaggio che questo bando lascia subdolamente passare ad essere al tempo stesso deprimente e devastante.<br />
E' deprimente perché stiamo dicendo ai nostri migliori allievi che la loro competenza verrà riconosciuta con 5000 euro/anno lordi per fare un lavoro inutile, e questo è deprimente. Certo, il ministero ha abbassato i requisiti del bando ... ma il discorso non cambia: si è solo stabilito che non bisogna più essere necessariamente dei semi-genî praticamente bilingui per chiudersi nello scantinato di una Soprintendenza a battere con Excel 2003 le schede scritte a china degli scavi della Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti.<br />
E' devastante perché continuiamo a far passare l'idea che il settore dei bbcc sarà sempre e solo dominato dall'assistenzialismo (e quindi, per tutto ciò che non è possibile pagare, dal volontariato).<br />
<br />
O davvero pensiamo che catalogare e "digitalizzare" gli archivi sia una forma innovativa di crescita per i beni culturali che possa produrre una qualche forma di occupazione? Ma per favore! <a href="http://www.passatoefuturo.com/2013/12/le-vite-degli-altri.html" target="_blank">Qualunque cosa </a>è meglio di questa umiliante pioggia di spiccioli, di questa inutile elemosina mascherata da formazione.<br />
Il problema, quello vero, non è la carenza di risorse, ma l'incapacità di utilizzarle bene; anzi, di immaginare come impiegarle al meglio. Di guardare un po' più lontano, oltre lo steccato del proprio giardino, e pensare al futuro, quello vero.</div>
</div>
</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-13358867787684298222013-12-20T22:02:00.002+01:002014-03-11T17:16:14.233+01:00Le vite degli altri<div style="text-align: justify;">
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsCiWGkJTeaUPeNeARIFEI5R_J8awv3ItvXwoi8M9NNxCePp133RV9hHdY4nVvYODaumB98ASEtRlo58FlEzgAyTAQh7MLTzcTP9dxuOjg4NNClXnxxiDrSa0CVH5u28JrlNtBtnAzpho/s1600/comics.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsCiWGkJTeaUPeNeARIFEI5R_J8awv3ItvXwoi8M9NNxCePp133RV9hHdY4nVvYODaumB98ASEtRlo58FlEzgAyTAQh7MLTzcTP9dxuOjg4NNClXnxxiDrSa0CVH5u28JrlNtBtnAzpho/s1600/comics.png" /></a></div>
Il <a href="http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/Avvisi/visualizza_asset.html_1103610217.html" target="_blank">bando</a> "selezione di cinquecento giovani laureati da formare, per la durata di dodici mesi, nelle attività di inventariazione e di digitalizzazione del patrimonio culturale italiano, presso gli istituti e i luoghi della cultura statali" dimostra una visione superata dei beni culturali. In questo settore operano infatti, fra mille difficoltà, professionisti in grado di proporre idee diverse, moderne, sostenibili ed innovative. Nei giorni scorsi abbiamo lanciato un appello: <i>se aveste a disposizione un budget di 2,5 milioni di euro come li spendereste per favorire l'occupazione nei beni culturali?</i><br />
Ecco a voi le idee, raccolte dai tweet, dai commenti ai <a href="http://www.passatoefuturo.com/2013/12/la-dolce-ala-della-giovinezza.html" target="_blank">post degli ultimi giorni</a> e da un <a href="https://docs.google.com/forms/d/1-PRYGlAd2NHij1NKW7il8P8sd0r9er8GeMaqRD48y3k/edit?usp=sharing" target="_blank">documento predisposto su internet</a>. <br />
<a name='more'></a>Sono idee semplici, a volte banali, oppure difficili, embrionali. Sono oneste, pulite ed aperte (a proposito: non dimenticatevi di firmare la <a href="http://www.beniculturaliaperti.it/beniculturaliaperti-primo-emendamento/" target="_blank">petizione</a> per promuovere gli open data nei beni culturali. E' una battaglia di civiltà e di modernità).<br />
Leggetele tutte, dimostrano (ce ne fosse bisogno!) la maturità dei professionisti della cultura, e la capacità di immaginarsi una vita diversa da quella che la politica riesce (a stento) ad immaginare per loro.<br />
<br />
Per rompere il ghiaccio comincio io:</div>
<div>
Giuliano - Diamo [ai giovani] una mano a diventare autonomi, utilizziamo queste risorse per favorire l'imprenditoria giovanile, per progetti culturali, per animare i musei, per dare in affidamento i parchi archeologici, per iniziare a costruire un'economia moderna, sana, sostenibile e laica intorno al nostro patrimonio.<br />
<div>
<br /></div>
</div>
<div>
Antonia - Cominciamo seriamente. Qual è la maggiore carenza delle facoltà umanistiche oggi? L’assoluto scollamento rispetto al mondo del lavoro. E allora quei 2,5 milioni di euro utilizziamoli per favorire l’incontro dell’imprenditoria con il mondo accademico attraverso l’attivazione di tirocini/stage VERI presso piccole e medie imprese del settore, enti pubblici, musei, per esempio, partendo dallo sviluppo delle tesi di laurea dei neolaureati.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Antonia - Hai un progetto, una ricerca che potrebbe dare un contributo alla valorizzazione dei beni culturali, del territorio in cui vivi? Bene, io Stato, ti aiuto a svilupparlo, a fare in modo che non resti solo carta straccia, affiancandoti esperti di start-up, esperti di legislazione, esperti di economia aziendale, esperti di comunicazione, esperti che sanno come si passa dalle idee al lavoro reale, che produce reddito e conoscenza condivisa. E così magari, io Professore Universitario, ci penso due volte prima di affidarti un progetto di ricerca che non serve a nulla. E io, Studente, magari capisco che i miei anni di studio devono servire a guardare al futuro. Soltanto così si punta sull’eccellenza e non sulla disperazione.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Antonia - Creiamo una Silicon Valley della cultura. Facciamolo in Italia, dove sennò?</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Simone - Vogliamo il riconoscimento professionale? Benissimo: commissione mista nazionale-internazionale (senza personaggi provenienti dall'università!) che valuta le capacità delle persone su tematiche di ampio respiro come la conoscenza dei materiali, la capacità di rilievo, le competenze stratigrafiche, le capacità di documentazione cartacea e informatica, capacità di uso della strumentazione tecnologica, con prove pratiche e teoriche, capacità di decidere in real-time come intervenire in situazioni di emergenza. Punteggio minimo medio 7/10. Allora sei un professionista: combattere perché qualcuno lo stabilisca ex lege solo perché hai un pezzo di carta, equivale a prenderci per i fondelli.</div>
<div>
<br /></div>
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: justify;">
Simone - Se non si possono dare in formazione conto-terzi, che li si stornino mantenendoli in un budget di valorizzazione come da bando ma creando 100 assegni di ricerca di 12 mesi gestiti direttamente dal Ministero su 100 progetti specifici. Allora sì che si valorizzerebbe il patrimonio come si deve (anche se un forse in questi casi non guasta mai) e si darebbe dimostrazione che la volontà di fare qualcosa di buono non viene appiattita sull'elemosina da quartierino ma guarda verso progetti degni di siffatto nome.</div>
</div>
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sara -</div>
<blockquote class="twitter-tweet" lang="en">
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://twitter.com/lad_unifg">@lad_unifg</a> investire sugli itinerari storici e trasformarli in vettori di turismo lento, consapevole, di qualità. Come il <a href="https://twitter.com/search?q=%23CaminodeSantiago&src=hash">#CaminodeSantiago</a></div>
<div style="text-align: justify;">
— Sara Zanni (@MelianSz) <a href="https://twitter.com/MelianSz/statuses/413023138138849280">December 17, 2013</a></div>
</blockquote>
</div>
<div>
Paola -</div>
<blockquote class="twitter-tweet" lang="en" style="text-align: start;">
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://twitter.com/lad_unifg">@lad_unifg</a> <a href="https://twitter.com/massimobray">@massimobray</a> si potrebbero facilitare gli affidamenti in gestione delle aree archeologiche chiuse a giovani associazioni e realtà</div>
<div style="text-align: justify;">
— Paola Romi (@OpusPaulicium) <a href="https://twitter.com/OpusPaulicium/statuses/413604728564891648">December 19, 2013</a></div>
</blockquote>
<blockquote class="twitter-tweet" lang="en" style="text-align: start;">
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://twitter.com/lad_unifg">@lad_unifg</a> <a href="https://twitter.com/massimobray">@massimobray</a> si potrebbero promuovere nuove forme di valorizzazione e comunicazione: dai blog ai profili social. X cominciare...</div>
<div style="text-align: justify;">
— Paola Romi (@OpusPaulicium) <a href="https://twitter.com/OpusPaulicium/statuses/413604254851825664">December 19, 2013</a></div>
</blockquote>
<div style="text-align: start;">
<div style="text-align: justify;">
Paola - Con un cospicuo budget a disposizione punterei su progetti di valorizzazione e promozione turistica al passo coi tempi. Proporrei un breve stage, o meglio un contratto co.co.pro. ( visto che non si può assumere), con retribuzione dignitosa per strutturare blog e comunicazione social di musei ed aree archeologiche. Cercherei di promuovere la presa in gestione di BBCC da parte di soggetti giovani (piccole associazioni e società ) offrendo magari incentivi sia in entrata sia a chi dimostra di offrire servizi innovativi e di qualità. Valorizzare il patrimonio adesso "silente" servirebbe da traino anche al settore turismo. In questo senso incentiverei anche gli operatori, del turismo appunto, che creano "prodotti" nuovi o che si impegnano a rendere "visibili" monumenti o aree turisticamente depresse. Forse ho troppe idee? Beh, basterebbe realizzarne in modo serio almeno una. P.S. Complimenti per l'idea e la piattaforma.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Alessandro - Azione 1: ripristino e messa in sicurezza di aree archeologiche, residenze storiche, musei, ecc. Azione 2: migliorare l'accessibilità e la raggiungibilità dei suddetti. Azione 3: comunicare con strategie e metodologia ad hoc il patrimonio appena rimesso in sesto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quante ditte o imprese avrebbero beneficiato dei 2,5 mln? Tante. Quante persone avrebbero lavorato? Sicuramente più di 500. Cosa sarebbe successo? Forse saremmo stati in grado di far vedere al mondo che ci sappiamo fare e che almeno un minimo ci teniamo alla nostra storia e ai nostri beni culturali. Inoltre avremmo dimostrato che nei momenti di peggiore difficoltà, siamo cazzuti come pochi e ci rimbocchiamo le maniche pronti alle battaglie campali.</div>
</div>
</div>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-18285537604973485122013-12-17T19:14:00.001+01:002014-03-11T17:16:49.302+01:00La dolce ala della giovinezza<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtb7jsX6HFdWcVCRpydLbxO7uPC0NR4QDyZmhmPBYMvSq3Jn12RyHQijUqjWOM6RH6JTlv32B3DuK76925QFlr_zgay1Tgm5AskAn6AyPjALNyueKKCk6Jkjz2qR99smg5DI_sd42n1yQ/s1600/twitter.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtb7jsX6HFdWcVCRpydLbxO7uPC0NR4QDyZmhmPBYMvSq3Jn12RyHQijUqjWOM6RH6JTlv32B3DuK76925QFlr_zgay1Tgm5AskAn6AyPjALNyueKKCk6Jkjz2qR99smg5DI_sd42n1yQ/s1600/twitter.png" height="162" width="200" /></a></div>
Queste ultime settimane sono state convulse per il mondo dei beni culturali. Pochi giorni fa le nuove nomine per il grande progetto Pompei, nelle ultime ore un vivacissimo dibattito sul recente bando <a href="http://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/MenuPrincipale/Trasparenza/Programmi-formativi/index.html">500 giovani per la cultura</a>.<br />
Due eventi solo apparentemente scollegati, ma che rivelano quanto sia profonda la crisi dei beni culturali in Italia, schiacciati dalla difficoltà di innovare e dalla persistenza di logiche a dir poco antiquate. <br />
<a name='more'></a>Abbiamo già parlato e commentato le vicende del <a href="http://www.passatoefuturo.com/2013/12/vogliamo-i-colonnelli.html">grande progetto Pompei</a>, ma anche quanto sta avvenendo intorno al bando '500 giovani' è al tempo stesso emblematico e preoccupante. Si tratta di un bando che prevede la "selezione di cinquecento giovani laureati da formare, per la durata di dodici mesi, nelle attività di inventariazione e di digitalizzazione del patrimonio culturale italiano, presso gli istituti e i luoghi della cultura statali". Per il bando è stanziato un finanziamento che poesiamo definire epocale nel nostro settore (2,5 Meuro), da dedicare al rimborso spese dei partecipanti. Ovviamente, data la situazione occupazionale, disastrosa in Italia (e particolarmente <a href="http://www.passatoefuturo.com/2012/11/amistad.html" target="_blank">nel settore</a>), è chiaro che questa opportunità viene vissuta dai potenziali partecipanti come una boccata di ossigeno, e in definitiva come opportunità lavorativa. E di conseguenza la 'retribuzione' (che si attesterebbe nell'ordine di 2-3 €/h per ogni partecipante) viene considerata oltraggiosa.<br />
La tempesta che si è scatenata dopo la pubblicazione del bando (seguite l'hashtag #500schiavi, #500destini #500no e troverete tutto) è stata parzialmente placata ieri da un <a href="http://www.massimobray.it/come-cambia-il-bando-500-giovani-per-la-cultura/" target="_blank">intervento</a> del ministro Bray, che ieri sera ha annunciato alcune modifiche legate soprattutto ai requisiti di partecipazione e al trattamento economico dei corsisti.<br />
Questi i fatti (mi perdonerete le imprecisioni e se ho trascurato molti dettagli).<br />
<br />
Con l'intervento di ieri il ministro ha confermato di essere un interlocutore attento, scrupoloso e competente, in grado di ascoltare le voci di tutti, anche quelle di chi protesta. Proprio la sensibilità e la rapidità dimostrata in questa occasione mi spinge a chiedere di fare un ulteriore passo in avanti, di osare di più.<br />
<u>Cancelliamo questa iniziativa e pensiamo a qualcosa di diverso.</u><br />
Di profondamente diverso. Non serve a nulla limitare alcuni aspetti, che mi permetto di definire marginali, di questo bando, ma sarebbe invece un'inversione di rotta epocale evitare almeno una volta di disperdere nell'assistenzialismo il nobile intento di dare risposte e risorse a questo settore. Il vero fulcro del problema non è infatti mitigare la severità dei requisiti richiesti dal bando, ma evitare un'operazione inutile e dannosa, che risponde solo alla micidiale 'logica del contrattino'.<br />
Quella che "per ora è qualcosa, poi non so, vedremo".<br />
<br />
Vogliamo riavvicinare la società alla politica? Allora la politica ascolti veramente le richieste di chi protesta. Di chi, senza urlare, manifesta dignitosamente il proprio dissenso e chiede che venga ascoltata la propria voce.<br />
La voce di quanti dicono che il tono paternalista di questo bando risulta insopportabile per i professionisti: per chi lavora, ma anche per chi, come me, i professionisti contribuisce a formarli (a proposito, ma dove sono le Università in questi giorni? Nessuno difende il ruolo dei formatori?).<br />
La voce di quanti fanno notare come esistono mille modi diversi, e migliori, per impiegare 2,5 Meuro per i beni culturali, che non sia insistere inutilmente sulla formazione.<br />
La voce di quanti ricordano che se c'è una cosa che non manca ai professionisti dei beni culturali è proprio la formazione. Fra trienni, magistrali e scuole di specializzazione abbiamo corsi di studio degni di un chirurgo, che però non portano a nulla. E' su quel nulla che si deve lavorare, è a quel nulla che deve guardare, con coraggio, la politica.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Allora coraggio, ministro, iniziamo adesso. Iniziamo a valorizzare le energie e se vogliamo anche l'abusato concetto di "passione", ma non per far accettare alla gente 4 spiccioli, o per mascherare il merito dietro barriere di accesso inutilmente severe.<br />
Diciamolo chiaramente che questo triste esercito di 500 inutili stagisti non produrrà niente, e, passati 12 mesi (poniamo pure per assurdo che avrà 'inventariato e digitalizzato' il nostro patrimonio), non avrà creato nessuna opportunità, ma avrà solo rafforzato l'idea che nei beni culturali si possa solo sopravvivere, e a spese dello Stato.<br />
Facciamo invece per una volta, per la prima volta, una proposta diversa, che tolga i giovani dalle grinfie dei dirigenti, dalla chimera del posto e soprattutto dall'avvilente necessità di essere dipendenti da bandi e contratti che non servono a nulla. Diamo loro una mano a diventare autonomi, utilizziamo queste risorse per favorire l'imprenditoria giovanile, per progetti culturali, per animare i musei, per dare in affidamento i parchi archeologici, per iniziare a costruire un'economia moderna, sana, sostenibile e laica intorno al nostro patrimonio.<br />
<br />
Alla politica spetta un ruolo diverso da quello di generoso dispensatore di elemosine. Spetta il compito di saper guardare avanti. E ogni volta che la società, i lavoratori, i giovani, i professionisti sono più avanti della politica, questa dimostra di essere completamente scollegata dal mondo reale. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-6179015679429903516.post-29597421072395810732013-12-10T19:16:00.000+01:002014-03-11T17:16:59.385+01:00Vogliamo i colonnelli<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="//www.youtube.com/embed/ZMgywzZUpY4?start=101" width="420"></iframe><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Dunque abbiamo il <span id="goog_546936019"></span><a href="http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_79633906.html" rel="nofollow" target="_blank">direttore generale e il vicedirettore vicario</a> del grande progetto Pompei. Sono, nello specifico, un ex generale del nucleo di tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri e un alto funzionario del ministero, storico dell'arte, distintosi per la gestione dell'emergenza post terremoto dell'Aquila. Persone che hanno fatto il loro lavoro in modo eccezionale e specchiato e faranno altrettanto anche in questa occasione. Persone egregie, veri professionisti.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Professionisti, appunto. Come lo sono gli archeologi, anche se continuiamo a non accorgercene, e ad immaginarceli come bizzarri avventurieri alla perenne ricerca di misteri destinati a rimanere tali, eccentrici cultori di Antiche bellezze ormai perdute o serissimi ricercatori in camice bianco intenti a misurare o a descrivere qualcosa di incomprensibile al resto della popolazione. O, perlomeno, evidentemente non dotati di quelle competenze necessarie a gestire un piano straordinario per il più grande sito <u>archeologico</u> italiano. Perché è di questo che si tratta e bisognerebbe ricordarselo: prima di essere parco o risorsa turistica Pompei è un sito archeologico e come tale andrebbe gestito.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<div style="text-align: justify;">
E' vero, gran parte dell'Italia è un <a href="http://www.passatoefuturo.com/2013/12/le-piogge-di-ranchipur.html" target="_blank">territorio a rischio</a>, esposto alla malavita organizzata, al dissesto territoriale, al disagio sociale (che se vogliamo sono aspetti dello stesso problema), ma non possiamo per questo motivo delegare tutto ai professionisti della sicurezza e dell'ordine pubblico. <span style="text-align: start;">Usando questa logica dove ci fermeremmo? Ci immagineremmo mai di assumere finanzieri per stroncare il fenomeno dei portoghesi sui mezzi pubblici? O di scegliere i sindaci fra le forze dell'ordine? </span></div>
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Questa scelta rivela un enorme senso di insicurezza e di fragilità, ben più grave di quella delle rovine di Pompei. Una fragilità etica che avvolge l'intero paese, costretto a vivere nell'emergenza continua e a cercare rifugio, di conseguenza, in figure forti e rassicuranti. A ben guardare la decisione di mettere a capo del progetto un militare (per quanto specializzato) dimostra infatti una crisi profonda, in cui le uniche professionalità richieste sono quelle degli operatori dell'emergenza. E' una mossa solo apparentemente forte, che rivela invece grande debolezza e grande paura: debolezza, tutta politica, di non poter imporre decisioni forti, anche coraggiose, che vadano verso un cambiamento, che tutti invocano ma per cui nessuno fa ancora un passo significativo in avanti. E paura. Dell'inondazione, del terremoto, della frana. Paura del crollo.</div>
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Temo i costi di questa operazione, non quelli che deriveranno dagli appalti gonfiati, e dal giro delle tangenti, su cui sono sicuro che almeno questa volta vigileranno occhi esperti. Temo invece i costi più nascosti dell'ennesimo restauro che non risolverà le cause del degrado o di opere di ripristino finalizzate solo alla fruizione turistica, con buona pace dei concetti oramai diffusi fra i professionisti del settore, che per la gestione dei siti chiedono sostenibilità nella gestione e nella manutenzione.<br />
Gestione e manutenzione, la cui mancanza è il terreno in cui attecchisce il paradigma dell'emergenza.<br />
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La sensazione è, ancora una volta, quella di aver perso un'ennesima importante occasione. L'occasione di nominare un archeologo a Pompei, per riconoscere che i beni culturali sono un settore in cui non operano hobbisti appassionati, ma professionisti seri. E per dimostrare che solo attraverso la normalità e la valorizzazione delle competenze si potrà uscire definitivamente dalla perenne emergenza in cui ci siamo abituati a vivere.</div>
Giulianohttp://www.blogger.com/profile/08640938338083313633noreply@blogger.com4