Il caso di studio dello scorso anno (fatto con: cervello di archeologo+photoshop/gimp+blender) |
Nelle prossime settimane il Laboratorio di Archeologia Digitale sarà di nuovo il luogo in cui si svolgerà attività didattica; inizieranno infatti le lezioni di Applicazioni informatiche ai beni culturali e all'archeologia (dall'anno prossimo finalmente l'insegnamento si chiamerà "archeologia digitale". Non ne potevo più di insegnare qualcosa che richiede spiegazioni e distinguo già nel titolo ...) che quest'anno saranno per me un'importante resa dei conti di tutte le riflessioni di questi mesi di scrittura intensa, e permetteranno di chiudere un percorso iniziato lo scorso autunno:
1) Da un lato la recente pubblicazione di un lavoro durato tanti anni è per me la prova che si può fare ricerca su questi temi, e che l'archeologia digitale esiste, anche se nei corsi universitari pochi sembrano accorgersene. E questo ci porta dritti dritti al punto due:
2) Questo blog è la dimostrazione che esiste un seguito alle idee di innovazione che è più ampio di quello racchiuso negli stretti limiti dell'accademia, e che la domanda di apprendimento è molto maggiore rispetto all'offerta didattica.
3) Nonostante la follia delle recenti cosiddette riforme dell'Università sembri ignorarlo, l'insegnamento è parte integrante della mission di ogni ricercatore, perché non avrebbe senso fare e pubblicare ricerca se essa non può diventare materia di insegnamento, e, viceversa, non avrebbe neanche senso insegnare cose che non meritano di essere argomento di ricerca e pubblicazione.
2) Questo blog è la dimostrazione che esiste un seguito alle idee di innovazione che è più ampio di quello racchiuso negli stretti limiti dell'accademia, e che la domanda di apprendimento è molto maggiore rispetto all'offerta didattica.
3) Nonostante la follia delle recenti cosiddette riforme dell'Università sembri ignorarlo, l'insegnamento è parte integrante della mission di ogni ricercatore, perché non avrebbe senso fare e pubblicare ricerca se essa non può diventare materia di insegnamento, e, viceversa, non avrebbe neanche senso insegnare cose che non meritano di essere argomento di ricerca e pubblicazione.
La mia responsabilità sarà quindi per i prossimi mesi quella di provare ad insegnare cose nuove, che possano essere utili ad acquisire una conoscenza matura e delle competenze strategiche per imporsi sul mercato del lavoro. Sì, anche del mercato del lavoro dei professionisti di archeologia. O dobbiamo ancora fare affidamento su strade senza uscita?
Come ogni anno proveremo a percorrere una strada che ci porti ad acquisire una coscienza critica nell'applicazione di tecnologie ai beni culturali, partendo dagli strumenti e dalle metodologie per il rilievo, passando per le lunghe fasi di processamento dei dati ed approdando alla realizzazione di prodotti per la comunicazione. Alla fine del percorso avremo tutti un'idea più precisa di come funzionano le cose in questo campo, e, soprattutto, di come potrebbero funzionare meglio. E avremo anche acquisito strumenti e competenze per essere più competitivi nello spendere il nostro futuro.
Gli studenti per affrontare la ricerca di una professione con qualche convinzione in più, e il sottoscritto, per pensare ai prossimi fronti su cui impegnarsi.
Gli studenti per affrontare la ricerca di una professione con qualche convinzione in più, e il sottoscritto, per pensare ai prossimi fronti su cui impegnarsi.
Dimenticavo la cosa più importante: nei mesi di attività didattica il Laboratorio si aprirà a tutti coloro che vorranno frequentarlo (nei limiti della capienza dei posti!). Ricordiamo infatti che, ancora oggi, per fortuna, le lezioni universitarie sono pubbliche e aperte a tutti. Il primo appuntamento per tutti gli interessati è presso il LAD martedì 12 marzo alle 10. Non lasciatevi sfuggire l'occasione ...
Rimanete in contatto con P&F e seguite i tweet di archeologia digitale; nelle prossime settimane manterremo un filo diretto con quello che succede in laboratorio.
Rimanete in contatto con P&F e seguite i tweet di archeologia digitale; nelle prossime settimane manterremo un filo diretto con quello che succede in laboratorio.
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