mercoledì 31 ottobre 2012

Se potessi avere ...



Non so se 1000 visualizzazioni di pagina siano un risultato oggettivamente significativo. Ma fatemi essere contento di poter festeggiare con questo risultato il primo mese di attività di Passato e Futuro.



La cosa più bella è che, insieme a voi lettori, crescono anche le idee per nuovi temi e nuove riflessioni. L'esperienza del convegno di archeologia pubblica di Firenze è stata a questo proposito coinvolgente e illuminante; questo spazio continuerà ad essere una voce di sostegno alla creazione in Italia di una vera archeologia civile (mi sbaglierò, ma per me questa al momento è una buona traduzione italiana di public archaeology ...).



La cosa cui tengo maggiormente è però che si possa sviluppare maggiormente il dialogo con voi lettori. Senza il vostro riscontro infatti temo che questo blog rischi di rimanere autoreferenziale; e davvero, di un ennesimo piedistallo da cui sciorinare strampalate dottrine nessuno ha oggi bisogno in Italia, tanto meno gli archeologi!




10 commenti:

  1. Molto bene: penso stia crescendo (finalmente) un'ampia e buona offerta di blog di archeologia. E - ne sono convinto da tempo - c'è altrettanta domanda che andrebbe soddisfatta, non con i soliti Voyager.

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  2. Perché non proviamo a strutturare l'offerta, proponendo qualche spazio di aggregazione dei blog?

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  3. ciao Giuliano, ho scoperto solo ora il tuo blog e ti faccio mille complimenti. great! sono poi d'accordo con te sul fatto che servirebbe più dialogo coi lettori. altrimenti a che serve un blog? beh sono blogger anch'io, i commenti non mi mancano, però so bene di avere amplissimi margini di crescita. l'unione fa la forza: organizziamoci, creiamo uno spazio di aggregazione come giustamente proponi tu, e sarà a vantaggio di tutti, soprattutto di un modo serio e dinamico di raccontare l'archeologia alla gente. attendo feedback. cinzia

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  4. oddio dimenticavo un'osservazione fondamentale: tra colori (grigetto) e carattere, si fa una fatica fottuta a leggere i tuoi post. ti prego cambia carattere e soprattutto vivacizza il blog! l'archeologia è allegria, è divertimento, è colorata: questo il messaggio che deve trasmettere il tuo blog! e poiché il mezzo è anche il messaggio, ti prego colora il blog!!!!! alla prossima, cinzia

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  5. Rispondo qui a entrambi i commenti. Innanzitutto grazie a Cinzia per i due interventi, che contribuiscono ad animare la discussione.
    Come già auspicavo qualche giorno fa sarebbe importante realizzare un luogo di aggregazione sul web in cui fornire ai lettori (o meglio agli interlocutori ...) strumenti più comodi per seguire le ormai numerose voci degli archeologi blogger. Quale sia tecnicamente lo strumento migliore lo possiamo stabilire insieme, magari qualcuno con più esperienza nel settore può dare qualche suggerimento utile.

    Riguardo a colori e stile: ovviamente non posso non raccogliere il suggerimento di una comunicatrice di professione in merito alla leggibilità! Ricorrere al courier è un vecchio vezzo del mio modo di prendere appunti e poiché passato e futuro significa per me un taccuino di pensieri ...

    Per quanto riguarda l'aspetto minimalista però, per il momento, preferisco mantenere il grigiore di fondo. Forse perché negli ultimi tempi la mia visione dell'archeologia non è più allegra, colorata e divertente come un tempo.
    Come tutte le vere passioni non porta solo soddisfazioni e vivacità, ma anche un bel po' di sofferenza. Ed oggi, nel vedere lo stato pietoso in cui siamo ridotti, nelle Università, nel Ministero, e soprattutto nelle prospettive di sviluppo e di occupazione dei giovani in questo settore, il mio umore è molto più che grigio.

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  6. Mannaggia al pessimismo! Giuliano io ti ho scritto perché mi sei piaciuto, però se adesso ti metti a fare il pessimista come tutti... La situazione non è rosea e lo ammetto, però noi continuiamo a farla gestire agli stessi che l'hanno creata. Per forza non cambia! Dobbiamo liberarci delle cariatidi, innanzitutto. Poi ci saranno i loro figli, ma non solo. La svolta è dietro l'angolo, credimi. Basta saper girare l'angolo. E comunque, in tanti anni io ho visto un cambio di mentalità notevole. L'età serve a qualcosa: a essere un po' ottimisti oltre che pessimisti. Mai abbattersi e continuare a lottare, sempre. E sempre col sorriso che non è grigio. Se vorrai ancora sorridere, allora potremo pensare assieme a unirci sul web. Neppure io so dire al momento quale sia la forma migliore, ma ci possiamo pensare e trovarla. Purché si faccia in allegria. Incazzandosi quando serve, denunciando, ma in allegria. Cinzia

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  7. Non sono pessimista. Se fossi pessimista non riuscirei a svolgere serenamente il mio lavoro, a impegnarmi per una crescita civile del nostro settore, a scrivere i miei post. Spero che da questi emerga il mio desiderio di partecipare ad un ripensamento, questo sì veramente globale, di tutta l'archeologia, dando un contributo da un punto di vista interno all'Università (che non brilla certo per capacità di comunicare).
    La mentalità è cambiata, non c'è dubbio; soprattutto mi piace trovare grande fermento soprattutto, si direbbe, "dal basso". Sono i giovani che hanno le idee molto chiare, e avranno la forza di continuare. La mia generazione invece aveva solo il mito della ricerca. O Università o fallimento.
    Oggi invece la prospettiva di tutti dovrebbe essere quella di porsi degli obiettivi concretamente sostenibili, che ci rendano orgogliosi di fare parte del mondo dei beni culturali. Non solo di generare e gestire cultura, ma di creare occupazione e generare ricchezza. C'è questo dietro l'angolo?

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  8. c'è questo e anche altro, che magari non immagini neppure. A presto sentirci. Ciao Cinzia

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  9. Ecco, finalmente riesco a commentare! Anche perché qui si propone di fare rete tra blogger di archeologia, toccando un tasto che accarezzo da tempo e poi però non commento neanche? ;-)
    Ritengo che sia importante, fondamentale, che tra di noi che abbiamo bene o male lo stesso interesse di fondo nasca qualcosa di più di un rimando tra link o un retweet; nella diversità di occupazioni, interessi e specializzazioni che abbiamo, possediamo tutti la stessa propensione a condividere, a riflettere ad alta voce sui temi che più ci appassionano e che sono quelli che riguardano da vicino o da lontano il nostro vivere quotidiano. Personalmente, uso il mio blog come una palestra e twitter come luogo di confronto. Anzi, dirò, per quanto mi riguarda, Twitter santo subito! Perché ha ampliato a dismisura le possibilità di contatto tra le persone! Meno di un anno fa conoscevo la metà degli archeologi attivi in rete solo per aver letto qualche post, senza però aver mai superato la barriera dello schermo del pc. Con twitter mi sento più libera e vedo crescere una vera rete di contatti, di conoscenze, di opinioni e di idee che dovremmo mettere a frutto in qualcosa di bello, in un progetto vero che questa volta non sia solo di dialogo tra noi, ma di dialogo tra noi e chi ci legge - o potrebbe leggere. Uno spazio di aggregazione, come un network di blog, potrebbe essere una soluzione buona. Quantomeno un esperimento. Qualcosa in cui investire tempo e risorse. Penso che i tempi siano maturi per crescere, per fare arcipelago delle tante isole che siamo. Perdonatemi la metafora tremenda...
    Marina

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  10. E allora facciamola 'sta rete (o spazio, o quant'altro)! Proprio come dice Marina, per continuare a riflettere ad alta voce e soprattutto far sentire altre voci. Riguardo a twitter, condivido pienamente. Anche nella vita digitale mi sento pienamente rappresentato dal cantastorie di Pavana: "sono un tipo antisociale ...". Ma non per twitter. Perfetto nella sua concisa autorialità a "costringere" a pensare e a soppesare prima di scrivere, nella sua rapidità e nella sua compostezza a far girare informazione e condivisione di pensiero.

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