martedì 1 aprile 2014

Una storia vera 3

Vietato toccare! Ovvero l'interazione negata.

Avrete capito, leggendo i miei post dedicati ai musei (li trovate seguendo il tag una famiglia al museo nel tag cloud) che di musei, siti e mostre ne visito parecchi. Anche se la #museumweek è finita, continuo a postare per un po' su questo tema, perché credo che sia stata un'esperienza la cui memoria non va dispersa, e anche perché, come ultimamente avviene sempre più spesso almeno nella mia esperienza quotidiana, ormai ho capito che i confini fra lavoro e tempo libero, fra impegno e divertimento finiscono col sovrapporsi, anche quando meno te lo aspetti. E non mi meraviglio più se anche le domeniche di (relativo) relax alla fine sono cariche di ricadute professionali almeno quanto lo sono i giorni lavorativi.
Rimane mitico in famiglia il racconto di una visita ad un museo, risalente ormai a qualche anno fa. Un giorno, visitando il museo Montemartini, fu subito evidente che il figlio grande (allora di 4 anni circa) alla contemplazione delle statue del tempio di Apollo Sosiano preferiva provare a rimettere in moto la centrale elettrica toccando praticamente ogni manovella esistente. Non fu facile farlo smettere, ma le occhiatacce dei custodi erano eloquenti ...
Altro museo, altro racconto. Meno mitico, perché più recente, ma altrettanto indimenticabile il ricordo del viso triste dello stesso bambino (e di tanti altri) che non vedeva l'ora di poter usare le ricostruzioni di un set completo di utensili preistorici (chiusi rigorosamente in vetrina). Bastava guardarlo negli occhi per capire il desiderio di scatenarsi immedesimandosi per una mezz'oretta in quei nomi che si imparano a scuola, fingere di essere un Neanderthal, un Cro-Magnon (o piuttosto cro-Mignon?), un agile australopiteco ...

Era lo stesso bambino che, negli anni, ha giocato 1000 volte ad Explora e premuto tutti i bottoni e mosso tutte le leve di tutti i musei della scienza e della tecnica che capitavano a tiro; che ha addirittura preso in mano una stella marina e accarezzato uno squaletto in acquari in cui, toccando degli esseri viventi, ti insegnano a rispettare il mare (sorvegliati con un sorriso e accompagnati con delicatezza!).

Ora, sarebbe il caso di capire quanto è crudele mostrare un oggetto ad un bambino, spiegargli come funziona e poi impedirgli di toccarlo. E quanto è stupido, inutile e sbagliato, perché senza toccare è impossibile capire la fragilità, imparare il rispetto, crescere consapevoli.
Molti musei offrono solo la possibilità di contemplare. E vietando (in modo esplicito o implicito non conta) ogni altra possibile interazione, dalla fotografia al tocco, finiscono col metterti a disagio, come quando vieni invitato a sederti in quei salotti con i divani ancora incellophanati.
E non vale certo solo per i bambini.





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