venerdì 22 novembre 2013

Quei bravi ragazzi (coda)

Ed ecco, dopo i post degli altri partecipanti (li trovate tutti comodamente qui), le mie considerazioni finali su archeoblog.

Premessa: non so se e quanto si possa insegnare a fare il blogger, in realtà non so neanche bene che cosa sia un blogger. O perlomeno, so di non esserlo.


Sono però, come lo sono in tanti, fermamente convinto che l’archeologia abbia urgente bisogno di una nuova fase di rinnovamento ed apertura. E abbia necessità di porsi nuovi obiettivi e nuove sfide che vadano oltre la dimensione scientifica e comprendano la didattica, la professione e, ovviamente, la comunicazione. "Cambiare, inventare, innovare" dice Alessandro nel suo bel post di ieri. Io vorrei aggiungere "immaginare nuovi modi di raccontare, di coinvolgere il pubblico, imparare ad ironizzare e far divertire". 

Qualche mese fa quando con Francesco abbiamo realizzato un video da presentare al Contest di Opening the past 2013 ci siamo resi conto di quanto ampio fosse lo spazio per la creatività e l'ironia, anche in un contesto serissimo come l'archeologia, in cui la comunicazione sembra 'ingessata' in un galateo di regole asfissianti ed inutili (leggetevi il commento di Steko e ditemi se non siete d'accordo!). (Eccessivamente) inorgoglito dalla vittoria nel Contest scrissi allora:
[...] c'è anche tanto da fare per immaginare una dimensione nuova nella capacità di raccontare, coinvolgere, e perché no, far divertire. Perché un vero processo di crescita deve per forza di cose passare anche attraverso l'apertura a diversi linguaggi, inclusi quelli della comunicazione contemporanea. La costruzione di una ‘prossima’ archeologia non è infatti solo una questione metodologica o tecnologica, ma piuttosto un processo umano (vai al post).
Ecco, io credo che Archeoblog sia proprio questo: la traccia di un possibile percorso di rinnovamento 'umano' nel mondo della comunicazione in archeologia. In risposta alla dominante moda ipertecnologica che nasconde spesso, sotto uno spesso velo di modernità, una mancanza di originalità. E che ci porta a farci ipnotizzare da "fumi e raggi laser" e a lasciare sepolte e indecifrate le nostre meravigliose storie dalla terra.

Dietro ogni blog infatti c'è un autore. Ognuno con i propri interessi, la propria sensibilità, i propri obiettivi. E sono gli autori i soli in grado di mettere nella giusta evidenza linguaggi e contenuti, e  farne i veri protagonisti della comunicazione. Raccontano storie, propongono idee, lanciano provocazioni, condividono malumori. Qualsiasi cosa nascerà da questa esperienza 'pilota' sarà un contributo a trasformare l'archeologia nella sua immagine pubblica, così distante oggi dalla dimensione scientifica e professionale.






2 commenti:

  1. Come al solito, Giuliano dice la cosa giusta e vera. Grazie davvero. Cinzia

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  2. Cara Cinzia, grazie ancora una volta per le tue parole di apprezzamento. Cerchiamo di realizzare insieme qualcosa di realmente nuovo ed inatteso. Se ne sente davvero il bisogno in questo momento.
    Credo d'altronde che le energie e la passione ci siano tutte!

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