mercoledì 28 novembre 2012

La Amistad

E' evidente ed innegabile che l'attività nei laboratori didattici e sul campo debba essere una componente imprescindibile nel percorso di formazione di un archeologo. Se si pensa però che solo una generazione fa le possibilità di 'toccare con mano' il lavoro dell'archeologo erano più una eccezione che una regola, questa considerazione appare meno scontata di quanto possa sembrare ed è da considerarsi una delle principali conquiste degli attuali percorsi di formazione universitaria.

lunedì 26 novembre 2012

Chi si loda ...

Forse non è giusto, e forse non è neppure bello mettersi in mostra, ma ricevere complimenti rende sempre molto felici, e soprattutto fa sviluppare la determinazione ad andare avanti (non che mi mancasse).
Mentre P&F continua a crescere, nei contatti e nei commenti, è quindi con grande piacere e un orgoglio decisamente malcelato che vi rimando a questo post di Filelleni.

mercoledì 21 novembre 2012

La grande illusione

Molti di voi converranno sul fatto che le ricostruzioni dell'archeologia virtuale sembrano spesso assomigliare più a delle anastilosi monumentali che alla proiezione del ragionamento deduttivo e ricostruttivo dell'archeologo.

Ho detto dell'archeologo, non dell'architetto ...

giovedì 15 novembre 2012

Quattromilasettecentoquarantasei vasi greci e una prospettiva

Nei primi post di passatoefuturo non sembra esserci molto spazio per speranza e fiducia. Sarà che risulta davvero difficile immaginare spazi di crescita per i beni culturali in Italia, e nonostante qualche segnale importante, la sonnolenza sembra ancora dominare questo scenario. Sarà anche che in generale non è un momento piacevole e ricco di aspettative, soprattutto se visto da Sud. Insomma si naviga a vista in piena tempesta.

martedì 6 novembre 2012

Mi raccomando, documentatelo bene!



Ho lavorato sul campo incessantemente per quasi 15 anni, parecchi mesi all'anno, su siti più o meno importanti, raccogliendo una serie di esperienze che continuo a ritenere come fra le più formative della mia vita. In realtà ho scavato tutto sommato poco, perché spesso sono stato responsabile della documentazione grafica e ho quindi dovuto appendere prematuramente la trowel al chiodo per temperare le matite (nei primi anni) e imparare a usare le tecnologie, a cominciare dal CAD (qualche anno dopo) fino a usare strumenti che lavorano nell'ordine del decimo di millimetro.

mercoledì 31 ottobre 2012

Se potessi avere ...



Non so se 1000 visualizzazioni di pagina siano un risultato oggettivamente significativo. Ma fatemi essere contento di poter festeggiare con questo risultato il primo mese di attività di Passato e Futuro.



La cosa più bella è che, insieme a voi lettori, crescono anche le idee per nuovi temi e nuove riflessioni. L'esperienza del convegno di archeologia pubblica di Firenze è stata a questo proposito coinvolgente e illuminante; questo spazio continuerà ad essere una voce di sostegno alla creazione in Italia di una vera archeologia civile (mi sbaglierò, ma per me questa al momento è una buona traduzione italiana di public archaeology ...).

martedì 30 ottobre 2012

Cicale e formiche

Si è svolto fra ieri e oggi (29 e 30 ottobre 2012) a Firenze il I congresso di Archeologia Pubblica. Sono state giornate intense sia per il numero di relatori e di poster che per l'intenso livetweet (hashtag: #pubarch).

Non ho intenzione di fare una cronaca, dal momento che la traccia di questi giorni è nei tweet della giornata e in questo attento resoconto a cura del blog generazione di archeologi. Piuttosto preferisco condividere alcune riflessioni che mi hanno accompagnato in questi due giorni fiorentini, in cui sono emersi i primi segnali importanti di un cambiamento di mentalità che non potrà non avere esiti profondamente positivi, a condizione che la dimensione pubblica dell'archeologia si imponga come un a priori imprescindibile anche nel nostro paese.

lunedì 22 ottobre 2012

L'insostenibile accuratezza dell'essere archeologo

Tutti abbiamo assistito (e probabilmente preso parte) nel recente passato a presentazioni di modelli accuratissimi, di oggetti antichi, reperti archeologici e monumenti, ammirandone con stupore la precisione submillimetrica, la fedeltà di riproduzione, le potenzialità di condivisione.

martedì 9 ottobre 2012

Strada senza uscita

 "Le lauree in beni culturali e in archeologia aprono sbocchi nella ricerca, valorizzazione e tutela presso Enti di ricerca, istituzioni pubbliche e private (enti locali, soprintendenze, musei, biblioteche, archivi, ecc.) nonché presso aziende ed imprese operanti nel settore ..."
Queste parole potrebbero essere prese dal sito di un qualunque ateneo italiano, sezione corsi di laurea, paragrafo sbocchi professionali.

martedì 2 ottobre 2012

Cannoni e farfalle



Personaggi:
Salviati, un archeologo appassionato di tecnologie 
Simplicio, un archeologo esperto di ceramica
Sagredo, uno studente di archeologia che sta disegnando reperti per la sua tesi

Luogo dell’azione:
Intorno ad un tavolo pieno di cocci e fogli da disegno, in un oscuro laboratorio di archeologia. La poca luce proveniente dall'alto illumina enormi scaffali pieni di cassette di materiali. In lontananza i rumori della città.

Desolation row

Leggevo oggi la bellissima e sferzante analisi di Maria Pia Guermandi (giustamente ripresa e diffusa dall'Associazione Nazionale Archeologi), scritta sulla scorta della giornata organizzata dall'associazione Bianchi Bandinelli giovedì scorso a Roma sul tema formazione e lavoro nei beni culturali (la mia cronaca della prima parte della giornata su twitter #bbcclavoro).

giovedì 27 settembre 2012

Questo non è un mestiere per vecchi


Oggi si è svolto a Roma un convegno su “L’Italia dei beni culturali: formazione senza lavoro, lavoro senza formazione”.
Nel corso della giornata ho ascoltato tanti interventi, sul tema formazione e lavoro, che hanno messo in evidenza i problemi di un mondo che vive in perenne agonia, fra carenze ataviche e una strutturale mancanza di prospettive.
Che vi fosse uno scollamento, vuoi generazionale, vuoi di ruolo, fra gli attori di questo scenario mi sembra cosa ovvia, ma che abbia raggiunto una dimensione sistemica (leggibile ad esempio nella scarsa partecipazione all’evento) è a dir poco preoccupante.

Editoriale. Perché questo spazio

Non è certo una novità parlare di Beni Culturali e di tecnologie. 



Perché allora questo spazio?
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